La Cina sperimenta rifornimenti tra satelliti geostazionari.

### Rifornimento orbitale: la Cina accelera nella corsa allo spazio autonomo
L’operazione in questione riguarda il rifornimento tra due satelliti in orbita geostazionaria: lo Shijian-21 e lo Shijian-25. Il piano prevedeva il trasferimento di 142 kg di idrazina, un tipo di carburante spaziale, da un satellite all’altro, prolungando di circa otto anni la vita del satellite ricevente. Questo risultato è notevole, considerando il costo di lancio e gestione di un oggetto in orbita per decenni.
Il rifornimento nello spazio non è solo una prova di abilità tecnica, ma rappresenta anche un’importante dichiarazione d’intenti. Significa autonomia, efficienza e un passo verso missioni più ambiziose, come la costruzione di stazioni spaziali commerciali o l’esplorazione di Marte.
Nei giorni precedenti all’aggancio, i due satelliti hanno iniziato a avvicinarsi in modo preciso, osservati da due satelliti americani, USA 270 e USA 271, progettati per monitorare attività in orbita. È stata una situazione simile a quella di due squadre che si osservano prima di una gara importante.
Questa non è la prima volta che la Cina testa manovre di questo tipo. Nel 2022, lo Shijian-21 aveva agganciato un satellite dismesso e lo aveva spostato in un’orbita cimitero, liberando spazio utile. Questa dimostrazione di forza trasmette messaggi chiari a livello internazionale.
Tutto ciò si colloca in un contesto in cui lo spazio è sempre meno neutro e più strategico. Anche le aziende americane come SpaceX e Northrop Grumman stanno lavorando su tecnologie simili, in vista di missioni a lungo termine.
### Conclusioni
La corsa allo spazio non riguarda più solo chi arriva per primo, ma anche chi riesce a mantenere il controllo, a restare attivo più a lungo e a dipendere meno dalla Terra. Il test del rifornimento orbitale rappresenta un ulteriore passo in questo complesso e affollato scenario di potere.