GTA con la Polizia come protagonista

In un periodo in cui l’attesa per un nuovo titolo della saga GTA è intensa, The Precinct si presenta con tempismo interessante. Tuttavia, chi spera in un clone retro di Rockstar rimarrà deluso: il gioco, pur presentandosi come free roaming, offre un’esperienza più procedurale e incentrata sul rispetto delle regole.
Questa prospettiva è interessante per chi desidera abbandonare i panni del criminale, ma porta a un sistema di gioco più rigido di quanto ci si aspetti. La vita da poliziotto, tra multe e inseguimenti, risulta meno entusiasmante di quanto si possa immaginare.
Il lungo braccio della legge
Il protagonista Connor, al suo primo giorno al Dipartimento di Polizia di Averno, si ritrova subito a dover sedare una rapina. Questo incipit promettente, legato alla sua eredità familiare, si esaurisce però rapidamente. La trama si sviluppa principalmente in due missioni: il tutorial e la missione finale, con diverse attività secondarie che consistono nell’arrestare membri di gang rivali seguendo uno schema ripetitivo.
La progressione dipende fortemente dal caso, rendendo l’interazione con i personaggi iniziali poco significativa. L’ampio cast introdotto all’inizio riemerge solo in sporadici intermezzi, mentre il sergente Kelly, mentore e partner, offre qualche momento di ironia in un contesto altrimenti monotono.
Le missioni si riducono a selezionare ciclicamente turni, aspettando di incontrare membri delle gang. Alcune attività secondarie, come time trial e gare, forniscono una pausa dalla monotonia, ma i loro limiti diventano evidenti dopo poche ore.
Documenti, prego.
Il gioco non si concentra sulla narrazione, ma è proprio nella struttura delle meccaniche che emergono le prime fragilità. La ripetitività e l’assenza di evoluzione reale minano l’esperienza. Il sistema morale, purtroppo, tende a diventare meccanico. Sanzionare le violazioni richiede di scegliere un approccio da un menu, ma nella routine dell’agente, le azioni diventano prevedibili.
La scelta delle azioni consapevoli porta a guadagnare punti esperienza, utili per sbloccare abilità e potenziamenti. L’uso eccessivo della forza porta al fallimento della missione, ma il sistema è meno severo di quanto sembri. I combattimenti possono risultare soddisfacenti, ma risultano limitati da una IA semplice e da un sistema di copertura impreciso. The Precinct punta più a far vivere l’esperienza di un poliziotto seguendo il protocollo.
Il gioco, in effetti, si avvicina di più ai simulatori che ai titoli action, parlando di esperienze cicliche e routine quotidiana. L’aspetto simulativo avrebbe potuto essere ulteriormente approfondito, in particolare riguardo alla centrale di polizia, relegata a semplice hub operativo.
Averno offre un’ambientazione affascinante, ma non è una “città viva”.
Mani in alto!
Durante le pattuglie, gran parte del tempo viene trascorso alla guida, dove il modello di guida risulta piuttosto arcade, rendendo gli inseguimenti frenetici divertenti. L’intervento dei colleghi durante le fughe è apprezzabile, ma richiede tempo per guadagnare gettoni speciali.
Completando ogni attività principale e secondaria, il sistema procedurale permette di continuare a pattugliare, ma resta da chiedersi il perché di farlo.
Bello da vedere
Le strade di Averno presentano una componente estetica accattivante, con una grafica che crea un’atmosfera stilizzata. La riproduzione di una metropoli in miniatura risalta per il suo uso delle luci. Sebbene i quartieri non differiscano abbastanza, le strade secondarie contribuiscono a un senso di urbanizzazione.
Il comparto sonoro, con una colonna sonora in stile retrowave, completa l’esperienza, anche se l’assenza della localizzazione in italiano può risultare ostica per chi non padroneggia l’inglese.
Conclusioni
The Precinct presenta un’idea interessante con la sua prospettiva procedurale, ma soffre di ripetitività e di una trama scarsamente sviluppata. Nonostante l’affascinante ambientazione e un’estetica accattivante, la mancanza di interazione significativa con il mondo di gioco e la rigidità delle meccaniche portano a un’esperienza che potrebbe non soddisfare pienamente i giocatori in cerca di maggiore profondità.