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Ispirazione locale per un impatto globale: presentiamo quattro vincitori e vincitrici della Swift Student Challenge
Ogni anno, la Swift Student Challenge invita studenti e studentesse da tutto il mondo a scatenare la propria creatività realizzando app playground originali con Swift, l’intuitivo linguaggio di programmazione di Apple. Le idee dietro le 350 proposte vincitrici di quest’anno provengono da 38 Paesi e territori, sfruttando una vasta gamma di strumenti e tecnologie.
Un rappresentante di Apple ha dichiarato: “Il talento e la prospettiva dei gruppi di giovani developer che partecipano alla Swift Student Challenge sono una costante fonte di ispirazione. Le persone che hanno vinto quest’anno hanno mostrato un’eccezionale capacità di trasformare idee significative in app playground innovativi.”
Cinquanta “Distinguished Winners” sono stati invitati a partecipare alla Worldwide Developers Conference (WWDC) all’Apple Park, dove parteciperanno a un programma di tre giorni. In questa esperienza, potranno assistere al Keynote del 9 giugno, apprendere dai team tecnici Apple e partecipare a laboratori.
Molti dei vincitori di quest’anno hanno preso ispirazione dalle loro comunità locali per creare strumenti potenti che mirano a un impatto globale. I “Distinguished Winners” Taiki Hamamoto, Marina Lee, Luciana Ortiz Nolasco e Nahom Worku condividono le storie dietro ai loro app playground e ai problemi che cercano di risolvere, dimostrando come la programmazione possa generare cambiamenti duraturi.
Quando Taiki Hamamoto (22 anni) trovò un mazzo di carte di Hanafuda nel negozio di giochi locale, non poté fare a meno di sentirsi ispirato. Cresciuto giocando con la sua famiglia, scoprì che la sua generazione non conosceva il gioco tradizionale. Da qui nacque l’idea del suo app playground Hanafuda Tactics, dove è possibile apprendere le regole e giocare nelle varianti classiche.
Taiki ha saputo unire tradizione e modernità, incorporando elementi videoludici come i punti ferita e utilizzando SwiftUI per effetti dinamici. “Voglio che l’utente si immerga nell’esperienza. L’Hanafuda merita di sopravvivere per le prossime generazioni,” spiega.
Marina Lee (21 anni) ha avuto un’illuminazione quando sua nonna ricevette un ordine di evacuazione durante gli incendi di Los Angeles. Questo la spinse a creare l’app EvacuMate, che offre checklist di emergenza e risorse utili per chi deve evacuare, mirata a rendere la tecnologia accessibile a tutti. “Un secondo grande obiettivo è rendere l’app multilingue,” afferma, auspicando di semplificare l’uso anche per chi ha difficoltà con l’inglese.
Luciana Ortiz Nolasco, una giovane appassionata di astronomia, ha realizzato BreakDownCosmic per connettere appassionati di stelle e eventi astronomici. La sua avventura iniziò con un telescopio ricevuto per il suo undicesimo compleanno e, ispirata dalla sua comunità, ha deciso di rendere l’astronomia più accessibile a tutti, utilizzando Swift per sviluppare la sua app.
Infine, Nahom Worku (21 anni), cresciuto tra Etiopia e Canada, ha creato AccessEd, un’app progettata per offrire risorse educative a chi non ha accesso a internet. Utilizzando strumenti di machine learning e intelligenza artificiale, offre un’esperienza personalizzata agli utenti, contribuendo così a garantire che tutti abbiano accesso a un’istruzione di qualità.
Questi sviluppatori e le loro applicazioni dimostrano l’impatto che la tecnologia, abbinata a una visione locale, può avere in un contesto globale.