Storia

Vladimir segue le tracce di Stalin e sfida l’isolamento.

La Piazza Rossa del 9 maggio rappresenta il dualismo del nostro secolo, non più diviso per punti cardinali ma per sistemi politici. Qui si può percepire chi sta con chi nel panorama geopolitico attuale.

Mentre nella cappella Sistina si celebrava una messa da parte di un papa volto alla pace, a migliaia di chilometri a nord, Vladimir Putin sembrava volere assumere il ruolo di erede di Josif Stalin. Il presidente russo si atteggiava a portavoce della lotta contro il nazifascismo risorgente, in occasione della commemorazione dell’ottantesimo anniversario della Grande Guerra Patriottica. La celebrazione includeva una parata con undicimila soldati, armamenti ostentati e inni militari, con un forte richiamo all’orgoglio nazionale e una narrazione distorta della storia.

L’ironia temporale mette in evidenza che, mentre un uomo vestito di bianco promuoveva un messaggio di pace, Putin mostrava con vanto i successi militari e i dispositivi più letali contro l’Ucraina, già oggetto di comparazioni audaci. La convinzione di rappresentare il consenso popolare sembrava infondare in lui una smisurata fiducia.

La data del 9 maggio, inizialmente abolita da Stalin nel 1947, è stata ripresa sporadicamente nel corso degli anni, soprattutto dopo il crollo dell’Urss, come un’opportunità per promuovere un nuovo orgoglio nazionale. Questo giorno è diventato simbolo di ricostruzione identitaria, sfruttato per diffondere il senso di un vittimismo storico e della rivincita tramite un finto richiamo ai valori umani.

In questo contesto, si invocano eredità storiche per giustificare le azioni militari, riscrivendo la narrativa per dipingere il popolo ucraino come un amalgama di neonazisti. Il messaggio rivolto al popolo russo si riduce quindi a una chiamata contro il totalitarismo, ignorando la realtà del potere che si esercita al Cremlino.

Il 9 maggio è diventato anche l’occasione ideale per mettere in mostra il supporto internazionale, con una serie di leader autoritari presenti, illustrando una rete di alleanze che riflette le divisioni politiche contemporanee. La Piazza Rossa emerge così come una mappa geopolitica e simbolo dei rapporti di forza del nostro tempo.


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