“Victory” di Singapore: un segnale per la guerra navale futura.

La nuova nave della città-stato asiatica è un ibrido tra fregata e piattaforma per droni, progettato per operare come nodo di controllo e hub logistico per questi ultimi. Questo rappresenta un’evoluzione nelle modalità di guerra in mare, dove l’attrito diventa sempre più rilevante.
27/10/2025
Questa nave, denominata “Victory”, è il primo esemplare della nuova classe di Multi-Role Combat Vessels (Mrcv) in fase di costruzione per la marina. Il varo ufficiale è avvenuto recentemente, mentre l’entrata in servizio è prevista per il 2028/2029. Con una lunghezza di 150 metri e un peso di 8.000 tonnellate, si tratta del vascello più grande mai operato dalla marina. È dotata di armamenti tipici di una fregata, come un cannone navale da 76 mm, stazioni d’arma telecomandate, missili antiaerei e antinave. Tuttavia, l’attenzione si concentra principalmente sui sistemi unmanned a bordo.
La “Victory” ospiterà sistemi unmanned di vario tipo, dagli Unmanned Aerial Vehicles (Uav) agli Unmanned Surface Vessels (Usv) e Unmanned Underwater Vehicles (Uuv), che opereranno come estensioni della nave madre. Questo vascello non è semplicemente una nave, ma un sistema integrato con intelligenza artificiale che evolve in funzione delle missioni, consentendo di adattare armamenti e capacità operative in base alle esigenze.
Il progetto della “Victory” è emblematico di un trend crescente nello sviluppo di navi-madre, in grado di integrare sistemi unmanned nel contesto della guerra moderna. Questo approccio prevede l’impiego di vascelli “classici” come nodi di controllo e hub logistici per numerosi sistemi senza equipaggio, in grado di eseguire vari compiti come sorveglianza, guerra elettronica e operazioni anti-superficie/sottomarina. Alcuni vascelli, come la “Zhu Hai Yun”, sono già in attività e rappresentano un’interessante innovazione nel settore.
Queste navi, tuttavia, presentano vulnerabilità legate alla loro dipendenza da link dati e satelliti, esponendole ad interferenze elettroniche e attacchi informatici. Nonostante ciò, la versatilità offerta da queste piattaforme permette di abbattere i costi di difesa e ridurre la necessità di investire in navi più costose e con equipaggi numerosi, influenzando la logica dei decisori politici.
Questa tipologia di vascello segna un passo verso un uso più esteso dei droni nella guerra navale, con un probabile adattamento dottrinale sempre più focalizzato su logiche di attrito, un fenomeno già osservato nel contesto terrestre.



