Sopportò fame, fatica e freddo, ma trovò Luigi.

LENDINARA (ROVIGO) – È scomparsa Cecilia Noris, testimone degli orrori dei campi di lavoro nazisti, infermiera e attivista sindacale, all’età di 104 anni. Nata il 5 novembre 1921, Noris è morta giovedì scorso; le esequie si sono svolte nel duomo di Santa Sofia, dove amici e familiari le hanno dato l’ultimo saluto.
Originaria di Costa Serina, Cecilia Noris aveva poco più di vent’anni quando fu arrestata dalle SS alla stazione di Milano, mentre portava una valigia piena di vestiti destinati al fratello, partigiano nel Cuneese. Dopo un duro interrogatorio in cui non rivelò nulla, fu deportata in un campo di lavoro in Germania, nella Vestfalia.
Lì affrontò fame, fatica e freddo, occupandosi di pesanti lavori fino a quando, grazie alle sue abilità nel cucito, ottenne mansioni meno gravose. Trovò l’amore in un giovane calzolaio italiano, Luigi Nalio, che le riparò i sandali e le lasciò un messaggio d’amore. Questo legame le diede la forza di resistere.
Liberati nel 1945, Cecilia e Luigi tornarono in Italia con la Croce Rossa. Con grande emozione, si riunì con la sua famiglia, che la credeva morta. Pochi giorni dopo, Luigi si recò a Milano per conoscerli e chiederle di sposarlo. La coppia si stabilì a Lendinara, dove Cecilia lavorò per decenni come infermiera, diventando un punto di riferimento per la comunità. È stata anche attivista sindacale nella Cisl e ha testimoniato per le scuole locali, raccontando l’orrore dei lager e come affrontò la sopravvivenza.
La scomparsa di Cecilia Noris ha suscitato grande cordoglio. È stata ricordata come una donna che ha creduto nei valori della solidarietà e che ha dedicato la sua vita agli altri. La sua storia di resilienza e umanità ha lasciato un’impronta profonda su chi l’ha conosciuta.



