Storia

Social e creator: in crisi la storia dell’arte.

I nuovi modi di comunicare l’arte, tramite social media, creator e reel, accentuano la crisi nella storia dell’arte, poiché favoriscono una spettacolarizzazione della cultura con un racconto che privilegia l’intrattenimento piuttosto che un approccio scientifico. Questa osservazione emerge da un recente dibattito sul tema della comunicazione dell’arte odierna.

La Storia dell’Arte è una disciplina fondamentale del pensiero moderno, essenziale per la nascita della coscienza civile e la tutela del Patrimonio Culturale. Il Ministero per i Beni Culturali, istituito nel 1975, è il risultato dell’impegno di molti Storici dell’Arte. Già nel 1863, si sottolineava l’urgenza di conservare i “monumenti antichi e di belle arti”, e negli anni successivi si è lavorato per definire la disciplina a livello universitario, rinnovando anche la progettazione degli allestimenti museali. Figure come Palma Bucarelli e Fernanda Wittgens sono state centrali nella promozione e salvaguardia dell’arte, mentre altri come Roberto Longhi e Cesare Brandi hanno contribuito all’affermazione scientifica e alla conservazione del Patrimonio Culturale.

L’operato di questi esperti evidenzia quanto la Storia dell’Arte debba essere fortemente legata alla responsabilità pubblica e alla coscienza comunitaria. La Storia e la Critica d’Arte si concentrano sull’indagine, l’analisi e l’interpretazione dell’Opera d’Arte, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza del Patrimonio. Tuttavia, negli ultimi dieci anni si è osservato un progressivo impoverimento di questo scopo, causato dalla diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione.

Il medium non è più solo il libro o la televisione; vi è una crescente scomparsa di programmi scientifici dedicati alla Storia dell’Arte. L’attenzione si sposta dai professionisti storici dell’arte ai creatori di contenuti, che producono contenuti brevi e d’impatto a scapito di un approccio più rigoroso. Questo nuovo modo di comunicare l’arte spesso disincarna il valore intrinseco delle opere, riducendole a meri oggetti di consumo.

È importante notare che lo Storico dell’Arte è un esperto in grado di contestualizzare le opere e trasmettere la loro importanza culturale. Sebbene possa essere considerato un “teorico”, la sua missione è fondamentale: studiare e comunicare i caratteri del Patrimonio Culturale per rafforzare la coscienza civica. Non si discute il progresso tecnologico, ma si pone in evidenza l’importanza del contenuto e del fine della comunicazione.

La crescente popolarità di artisti come Caravaggio dimostra che c’è ancora spazio per la Storia e la Critica dell’Arte. La mostra recente su Caravaggio ha attratto un vasto pubblico, evidenziando come, fino a pochi decenni fa, l’artista fosse considerato marginale. La ricerca storica che ha reinterpretato e valorizzato il suo lavoro è stata cruciale per far sì che il pubblico possa comprendere la sua importanza innovativa.

Il caso di Caravaggio sottolinea la necessità di un rinnovato impegno per la conoscenza e la valorizzazione del Patrimonio Culturale. È fondamentale che gli enti preposti investano nella formazione e nel coinvolgimento di esperti, ponendo la Storia dell’Arte al centro della loro agenda per garantire la conservazione e l’apprezzamento del Patrimonio.

Una rivoluzione culturale proposta dagli esperti di Storia dell’Arte potrebbe garantire non solo la conservazione del Patrimonio ma anche una riscoperta di luoghi e opere dimenticati, contribuendo a un nuovo Rinascimento culturale in Italia.


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