Storia

Salvare Luigi XVI dalla ghigliottina con l’AI

Un gioco serio dove l’intelligenza artificiale deve rispondere “nei panni di Luigi XVI”, avvertito da un viaggiatore del tempo che nel 1789 scoppierà una rivoluzione. “Cosa fai, sapendolo?”

È stato condotto un esperimento: provare a salvare Luigi XVI dalla ghigliottina attraverso l’intelligenza artificiale, utilizzando un’informazione privilegiata. L’AI, nei panni del re, si concentra subito sul bilancio: prima di tutto, è necessario affrontare la crisi finanziaria. Dobbiamo sostenere ministri come Turgot e Necker, ridurre le esenzioni per i privilegiati e fare riforme fiscali profonde prima di convocare gli Stati Generali, fase critica per la monarchia.

La questione dei Parlamenti è altrettanto importante. La risposta è chiara: non si affrontano all’ultimo momento, ma si disinnescano preventivamente, con un editto che chiarisca il loro ruolo. L’opinione pubblica non deve essere manipolata, ma informata: il popolo deve sapere chi difende i privilegi fiscali.

Se i magistrati non possono essere comprati, la chiave è il prestigio: più titoli e riconoscimenti in cambio di meno potere politico. Poi si introduce un livello di difficoltà: cosa fare se il avvertimento arriva tardi, quando la crisi è esplosa? In questo caso, è meglio anticipare la rivoluzione piuttosto che subirla, accettando l’idea di una costituzione e concedendo il voto per evitare conflitti. Ogni atto di forza che non si può sostenere rischia di creare una crisi irreversibile.

La corte stessa rappresenta un problema: la soluzione è quella di assegnare incarichi diplomatici o comandi militari lontani ai membri più ostili. Sulla questione di Mirabeau, appare evidente che potrebbe essere l’alleato cruciale per la monarchia, assumendo un ruolo di mediazione senza titoli evidenti ma con accesso diretto al re.

Necker e Mirabeau possono coesistere, con Necker come visibile per il pubblico e Mirabeau come stratega dietro le quinte. La ricerca di un primo ministro adatto porta a escludere Turgot in quanto troppo impopolare e a considerare Talleyrand per gestire le relazioni esterne. Danton deve essere responsabilizzato nelle istituzioni locali per limitare la sua libertà d’azione, mentre il duca d’Orléans deve essere allontanato per ridurre il rischio di un rivale ambizioso.

Maria Antonietta, essendo la regina, non può essere ignorata. È necessario cambiarne l’ambiente e affidarle ruoli che la tengano lontana dalle decisioni critiche, incoraggiandola a collaborare con chi può offrirle una visione diversa. Il punto chiave è che Luigi XVI deve diventare la figura di supporto piuttosto che un sovrano indeciso. La vera virtù sta nella capacità di riconoscere le competenze degli altri e non cercare di controllare tutto. La grandezza del re si trova nel sacrificare il proprio orgoglio.

Infine, la questione ideologica: l’assolutismo non può essere salvato. La crisi fiscale, i Parlamenti e l’ascesa del Terzo Stato rendono impossibile mantenere un potere assoluto. Ciò che si può salvare è la Corona stessa, evitando una radicalizzazione come quella che portò alla decapitazione di Carlo I d’Inghilterra. In un nuovo scenario, se il viaggio nel tempo avesse avuto luogo nel 1774, con margini migliori per riforme strutturali, sarebbe stato diverso. Ma nel 1789, quelle opportunità sono svanite.

Usare l’intelligenza artificiale in questo contesto serve a esplorare cosa succede quando un potere in crisi decide di rinunciare a qualcosa prima che tutto venga sottratto. La lezione rimane: se si vuole evitare un disastro, è necessario essere pronti a cambiare prima che lo facciano gli altri.


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