Storia

Rockstar e il Terzo Reich: passioni inaspettate

Un saggio recente esplora in modo rivisitato la storia della musica, rivelando alcune ombre inedite. Si è notato che artisti come John Lennon, spesso associato a ideali pacifisti, hanno avuto anche atteggiamenti discutibili. Per esempio, nel 1964, durante la presentazione di A Hard Day’s Night, Lennon salutò il pubblico con un gesto che potrebbe essere interpretato come un saluto nazista. Inoltre, ha creato autoritratti durante gli studi, uno dei quali mostra una somiglianza inquietante con l’ideologia di quel periodo.

Altri artisti, come i Rolling Stones e gli Who, hanno anch’essi flirtato con simbolismi nazisti, pur in contesti di provocazione o goliardia. Eric Clapton, da parte sua, durante un concerto nel 1976, ha lanciato frasi contro gli immigrati e a favore di un politico controverso, senza mai scusarsi per le sue affermazioni, e ha mostrato un attaccamento a simboli storici discutibili.

Una riflessione su questi episodi suggerisce che la fascinazione per il fascismo non è sempre una questione politica diretta, ma un mix di provocazione, attrazione estetica e, in alcuni casi, influenze di alcol e droghe. Così, la narrativa consolidata sulla musica rock come forza progressista risulta sfumata e complessa.


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