Storia

Rivisitazione della storia di Cina e Russia contro l’Occidente

Nel contesto della contesa sulla “guerra della memoria” avviata da Pechino, una questione centrale è il disaccordo con l’Occidente riguardo ai documenti degli Alleati della Seconda guerra mondiale che possono essere considerati fonti legittime di diritto internazionale. Tre accordi si contendono il ruolo di fondamenti dell’ordine successivo: la Dichiarazione del Cairo (1943), la Dichiarazione di Potsdam (1945) e il Trattato di pace di San Francisco (1951).

La Dichiarazione del Cairo e la Proclamazione di Potsdam rivestono un’importanza strategica per Pechino, sostenendo la rivendicazione di sovranità su Taiwan, oltre che nelle dispute marittime nel Mar Cinese orientale e meridionale. Gli Stati Uniti, al contrario, attribuiscono maggior valore al Trattato di San Francisco del 1951, che sancì formalmente la fine dello stato di guerra e dell’occupazione alleata in Giappone.

Le implicazioni di queste reinterpretazioni sono significative per la Cina e per l’ordine internazionale. La Cina cerca di legittimare il controllo su Taiwan, mentre Taipei sostiene la propria autonomia, affermando che il governo legale riconosciuto a livello internazionale durante la guerra fosse quello della Repubblica di Cina, guidata dal Partito Nazionalista, prima della nascita della Repubblica Popolare Cinese.

Questo scenario riapre una discussione più ampia sull’“ordine internazionale”. La differente concezione degli Stati Uniti e della Cina — il primo come ordine mondiale liberale, il secondo come ordine postbellico — genera una frattura normativa difficile da risolvere. Pechino e Mosca si allineano nel sostenere l’importanza della vittoria nella Seconda guerra mondiale e la necessità di “preservare” l’ordine postbellico.

La parata militare cinese del 3 settembre, con Xi in divisa maoista, deve essere interpretata non solo come una dimostrazione di potenza militare, ma anche come parte di una narrazione che mira a rafforzare l’identità nazionale interna e a legittimare la posizione della Repubblica Popolare Cinese riguardo al controllo su Taiwan e alle rivendicazioni territoriali nel Mar Cinese orientale e meridionale.


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