Storia

Ritrovata antica officina neandertaliana in Polonia

Nel cuore della valle del fiume Zwoleńka, nella Polonia centrale, il passato degli antichi parenti dell’Homo sapiens ha lasciato un’impronta sorprendente. Qui, sotto strati di terra, un team di archeologi ha riportato alla luce un’officina neandertaliana di circa 70.000 anni fa: un luogo dove uomini antichi non solo cacciavano mammut, rinoceronti e cavalli selvatici, ma sapevano anche riparare con abilità gli strumenti di selce utilizzati per la macellazione.

Il Museo Statale di Archeologia e le università di Varsavia e Wrocław hanno collaborato durante questa campagna di scavo, restituendo centinaia di utensili, tra cui coltelli, raschiatoi e lame, insieme a ossa e denti di grandi mammiferi. Questa scoperta offre informazioni preziose sulla vita quotidiana dei Neanderthal, rendendo la Polonia una tappa significativa nella preistoria europea.

La scoperta dell’officina neandertaliana

Gli scavi nella valle dello Zwoleńka raccontano di un luogo che fungeva non solo da punto di caccia, ma anche come officina all’aperto. Qui gli utensili in selce venivano affilati e rimessi a nuovo, pronti per la macellazione dei grandi animali delle pianure glaciali. Le tracce d’uso sui coltelli e raschiatoi rivelano attività di smontaggio di carcasse di mammut, rinoceronti e cavalli, eseguite con grande precisione.

In base a siti simili del Paleolitico medio, questi strumenti erano utilizzati per squartare carcasse di animali, confermando l’uso per il taglio e la lavorazione di grandi mammiferi.

Durante tre stagioni di scavo, sono stati catalogati centinaia di strumenti. Ai circa 330 reperti registrati negli anni Ottanta si sono aggiunti oltre 170 nella penultima campagna e un numero simile nella più recente. Tuttavia, il lavoro di datazione rimane una sfida, poiché molti manufatti sono stati spostati dall’acqua del fiume, complicando le origini. Alcuni pezzi potrebbero essere più antichi di quanto si pensi.

“Le nostre datazioni si riferiscono al trasporto di materiali, non necessariamente all’uso neandertaliano”, si osserva, suggerendo che alcuni manufatti potrebbero essere ancora più antichi. Le ricerche future aiuteranno a risolvere questo enigma.

Una scoperta inattesa e affascinante

Questo ritrovamento in Polonia è eccezionale per la sua rarità: i rinvenimenti sui Neanderthal in questa regione sono pochi, soprattutto al di fuori delle zone meridionali come l’altopiano di Cracovia-Częstochowa e la Bassa Slesia. La maggior parte della Polonia centrale e settentrionale era coperta da calotte di ghiaccio durante il periodo di presenza dei Neanderthal in Europa, rendendo questo sito in Masovia significativo.

“I ritrovamenti di Neanderthal sono rari”, si rileva. “Ogni scoperta arricchisce la nostra comprensione della loro vita. Questi siti sono spesso sepolti a profondità variabili, rendendoli difficili da localizzare.”

I Neanderthal, un tempo considerati semplici predecessori, sono ora riconosciuti come esseri intelligenti e sofisticati. I ritrovamenti fossili e le analisi genetiche indicano comportamenti sociali complessi, creazione di utensili e persino sepolture rituali. Scoperte recenti confermano la loro capacità di creare pitture rupestri oltre 64.000 anni fa e di incrociarsi con l’Homo sapiens, lasciando tracce del loro DNA in popolazioni moderne fuori dall’Africa.

“I Neanderthal erano cacciatori robusti e abili artigiani”, si osserva. “Questa scoperta rafforza l’idea che fossero adattivi, intelligenti e capaci di pianificare compiti complessi, come la manutenzione degli utensili e la macellazione di grandi animali”.

Ogni nuovo sito è una finestra preziosa, difficile da individuare poiché spesso sepolta a grandi profondità. A Zwoleńka, la rarità è accentuata: oltre agli strumenti in selce, sono emersi resti organici, come ossa e denti, normalmente conservabili solo in grotte. Questi rinvenimenti avvicinano i Neanderthal alla nostra immagine di esseri complessi e ingegnosi, capaci di produrre arte e di interagire socialmente, contribuendo a un’eredità genetica presente in noi. Un popolo che non era primitivo, ma adattivo, sociale e sorprendentemente vicino.


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