Storia

Riarmo: effetti ieri e oggi di ‘si vis pacem, para bellum’

Milano, 25 giu. – La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la sentenza di ergastolo (con isolamento diurno per tre mesi) per Alessandro Impagnatiello, accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di loro figlio. È stata esclusa l’aggravante della premeditazione, ma riconosciuta quella della crudeltà e del rapporto di convivenza. Il verdetto è giunto dopo poco più di due ore di camera di consiglio.

I giudici si pronunceranno in un’altra sentenza sulla giustizia riparativa per Impagnatiello. La richiesta di accedere a questo tipo di giustizia, presentata dall’avvocato Giulia Geradini, è stata opposta dalla pubblica accusa e dalla famiglia della vittima.

Secondo i giudici, l’imputato non ha agito con premeditazione, ma con crudeltà, infliggendo 37 coltellate la sera del 27 maggio 2023, dopo che la vittima aveva scoperto una relazione con un’altra donna. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro il 15 settembre e non sono state riconosciute attenuanti generiche.

La sentenza conferma quella di primo grado, con l’unica modifica dell’esclusione della premeditazione a fronte delle aggravanti già menzionate. La difesa sostiene che la posizione dei mobili non è stata dimostrata, insinuando che le ricerche su internet correlate all’omicidio siano sospette. La condotta dell’imputato viene definita grossolana: ha acquistato benzina e un carrello per trasportare il cadavere dopo il delitto, spostando anche la vittima in luoghi pubblici. Si sostiene che l’intento fosse quello di causare un aborto e che il bambino fosse visto come un ostacolo alla sua vita.

La crudeltà è stata evidenziata non solo dal numero di colpi, ma anche dalla localizzazione, poiché i colpi al viso sono stati interpretati come un tentativo di sfigurare la vittima, aggiungendo sofferenza. Non si riscontra nessun segno di pentimento da parte di Impagnatiello, che ha mentito nel corso delle indagini.

Impagnatiello, presente in aula, è rimasto impassibile alla lettura della sentenza; i genitori della vittima hanno abbassato lo sguardo prima di uscire. Gli avvocati di entrambe le parti hanno argomentato le loro posizioni, chiedendo conferme o modifiche nella condanna.

Per la difesa, la condotta dell’imputato è stata male interpretata, non dimostrando premeditazione né crudeltà nella rapidità dell’azione. Giulia Tramontano è stata colpita all’improvviso, senza possibilità di difendersi. Non sono stati sollevati appelli sull’incapacità di intendere e volere, ma è emerso un profilo narcisistico dell’imputato.

La difesa ha anche indicato che dopo il delitto lui ha mostrato una certa collaborazione e ha espresso scuse. È stata sottolineata la volontà di risarcire la famiglia della vittima.

La reazione della famiglia della vittima si è manifestata in parole e immagini, sottolineando il ricordo e l’affetto nei confronti di Giulia.


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