Papa Leone XIV critica le spese per armamenti.

Poche ore dopo l’accordo di aumentare al 5% del Pil le spese per la difesa entro il 2035, si è levata una forte voce contro le spinte al riarmo. “Come si può credere che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? – è stata la domanda in una recente riunione. “Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta? La gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte, con cui si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti!”. Nel frattempo, i leader europei approvavano le conclusioni di un vertice sulla difesa, sottolineando la necessità di aumentare in modo sostanziale la spesa per la sicurezza dell’Europa.
In un’intervento rivolto a un’assemblea, è stato espresso dispiacere per l’imposizione della legge del più forte, che legittima gli interessi personali. È triste constatare come il diritto internazionale e umanitario non sembri più vincolante, sostituito dalla forza. La situazione in Ucraina, la tragica condizione di Gaza e il Medio Oriente devastato dalla guerra sono cause di grande dolore. È fondamentale valutare le vere cause di questi conflitti e superarle, smascherando le retoriche e le fake news.
Troppo spesso, in nome della sicurezza, si fa la guerra ai poveri, riempiendo le carceri di chi è solo l’ultimo anello di una catena di morte. Chi tiene la catena nelle sue mani ottiene influenza e impunità. Le città non devono essere liberate dagli emarginati, ma dall’emarginazione e dalla disperazione.
Il Giubileo indica la cultura dell’incontro come via alla sicurezza, chiedendo la restituzione e la redistribuzione delle ricchezze ingiustamente accumulate. La lotta al narcotraffico, l’impegno educativo tra i poveri e la difesa delle comunità indigene e dei migranti, in molti contesti, sono considerati sovversivi.