Nuovo allestimento al Palazzo dei Musei di Reggio Emilia

Il Palazzo dei Musei di Reggio Emilia, con il nuovo allestimento, ha cercato di reinventare la visita a un museo, integrando didattica, storia locale e arte contemporanea in un percorso interattivo. Un aspetto di grande rilevanza per la città è il “Reggio Emilia Approach”, una filosofia educativa incentrata sulle potenzialità dei bambini come soggetti di diritti. I Musei Civici reggiani sono quindi frequentati da numerosi bambini e ragazzi, che attraverso attività didattiche possono approfondire la storia della loro città. La nascita del Tricolore, ad esempio, è una delle gioie che i visitatori possono scoprire. Le statistiche parlano chiaro: nel 2024, oltre 200 mila visitatori hanno affollato le diverse sedi della rete civica, evidenziando un forte legame tra i cittadini e la cultura. Questo legame ha alimentato un ripensamento profondo del Palazzo dei Musei, che ha riaperto con una nuova veste frutto del lavoro dell’architetto Italo Rota e della collaborazione dei reggiani.
Il Palazzo dei Musei rappresenta una significativa “case history” nel panorama museale italiano. La sua storia inizia nel 1830, quando fu accolta la raccolta naturalistica di Lazzaro Spallanzani, seguita da altre esposizioni permanenti nel corso degli anni. A collegare queste collezioni è il Portico dei Marmi, che espone manufatti e iscrizioni da epoche diverse. Il primo piano del museo è un viaggio attraverso la storia naturale e culturale, con esposizioni che stimolano l’immaginazione dei visitatori, inclusi oggetti storici, reperti preistorici e animali imbalsamati.
Il punto cruciale dell’allestimento si trova al secondo piano, dove è stata creata un’esposizione interattiva, ispirata da modelli museologici innovativi. Questo spazio incoraggia il visitatore a partecipare attivamente alla fruizione dei contenuti, rendendo il museo un luogo di dialogo tra passato e presente. Tra le opere di rilievo, troviamo la “Venere di Chiozza” e l’installazione “Delocazione” di Claudio Parmiggiani, che introducono il pubblico a un’esperienza sensoriale unica.
Le gallerie sono pensate per interagire con il visitatore, presentando oggetti storici a confronto con elementi multimediali. Questo approccio permette una narrazione dinamica che esplora identità e cultura. Il percorso espositivo è arricchito da numerosi strumenti didascalici e visuali che invitano a riflessioni critiche.
Tra le sezioni più affascinanti vi sono le “sepolture” della necropoli neolitica e la rappresentazione della vita quotidiana dei nostri antenati. Ogni vetrina racconta una storia, dai tesori dell’età del bronzo fino ai segni della romanizzazione. In particolare, è interessante come il visitatore possa esplorare la ricchezza dell’alimentazione emiliana e la storia della cultura etrusca. Le immagini di epoca, fotografie contemporanee e oggetti storici si intrecciano, offrendo una visione sinergica della memoria storica.
L’esperienza di visita prosegue con la sezione dedicata agli Este, rappresentando un periodo di grande fermento culturale e artistico a Reggio Emilia. Attraverso opere d’arte, vetrine interattive e connessioni con il presente, il percorso invita a esplorare le influenze storiche e il patrimonio della città. Un focus particolare è dato all’eccezionale lavoro di artisti locali, offrendo uno spaccato della creatività e del talento che caratterizzano il contesto contemporaneo.
L’ultimo segmento dell’esposizione si concentra sulla fotografia contemporanea, in particolare attraverso le opere di Luigi Ghirri. Questa scelta ha sollevato un dibattito sul ruolo della fotografia nel panorama artistico, evidenziando l’importanza di una rappresentazione equilibrata e variegata delle arti.
Infine, si segnala la presenza di laboratori e mostre temporanee, oltre a un capodoglio tassidermizzato, un elemento di grande affetto per la comunità. Un viaggio nel tempo e nella cultura che si rivela incessante e stimolante per chiunque attraversi le porte del Palazzo dei Musei.



