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«Turetta un modello? Una settimana nella vita di Filippo».

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Come può l’assassino di una ragazza essere «un modello» per qualcuno? Questa domanda è stata sollevata dopo che alcuni giovani sui social hanno indicato Filippo Turetta, condannato all’ergastolo per l’omicidio di una studentessa, come un esempio da seguire. Un 20enne, lasciato dalla fidanzata per maltrattamenti, ha persino scritto un post in cui elencava oggetti da comprare e citava Turetta come un modello.

In un episodio collegato, mentre si discuteva di prevenzione della violenza di genere a Milano, un sostenitore di Turetta è stato fermato dai Carabinieri mentre cercava di raggiungere l’ex fidanzata che lo aveva denunciato. Aveva con sé le forbici con cui aveva minacciato la ragazza in precedenza.

Gli episodi

Non è stato l’unico; anche un giovane arrestato a Busto Arsizio ha dichiarato di comprendere Turetta. È stata espressa la necessità di dialogo con i giovani per chiarire l’impatto della violenza e promuovere un nuovo modo di comunicare.

Il padre della vittima ha sottolineato l’importanza del confronto piuttosto che dell’attacco, proponendo una settimana di vita attuale di Turetta come esperienza al giovane che lo ha esaltato. Ha evidenziato che non c’è nulla da imitare nella vita prigioniera di un individuo condannato a lungo.

Il messaggio

Riflessioni sulla pena sono state espresse, con una posizione ambivalente sul perdono. È stata enfatizzata la necessità di affrontare il tema della giustizia riparativa, con l’obiettivo di comprendere i fenomeni che portano a tali atti. Sono stati proposti corsi per sensibilizzare i giovani su comportamenti sessisti e maschilisti fin dalla prima infanzia.


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