Storia

Musei europei: il processo di decolonizzazione in atto.

I Paesi Bassi hanno recentemente restituito 119 bronzi del Benin alla Nigeria. Questi manufatti erano stati razziati dall’esercito britannico nel 1897 nell’allora Regno di Benin. Negli ultimi anni, diversi Paesi occidentali hanno iniziato a riconsegnare opere e manufatti sottratti ai territori colonizzati, in un processo volto a decolonizzare i musei europei.

I musei europei, come il British Museum, conservano circa 69mila manufatti africani. Altri, come il Louvre e il Museo Egizio di Torino, ospitano pezzi significativi provenienti da diverse culture, rendendo evidente la presenza massiccia di opere del Sud del mondo in Europa. Complessivamente, i principali musei europei custodiscono oltre mezzo milione di oggetti provenienti dalle ex colonie. Un’analisi recente stima che oltre il 90% del patrimonio artistico dell’Africa sub-sahariana si trovi oggi al di fuori del continente, rendendo difficile l’accesso degli africani alla propria eredità culturale.

La questione della restituzione dei beni anche se sembra recente, ha radici negli anni Sessanta, in correlazione con la decolonizzazione e l’indipendenza di molte nazioni africane. La Nigeria avanzò la prima richiesta ufficiale di restituzione nel 1972, ma inizialmente la risposta fu indifferente. Negli anni successivi, alcuni manufatti vennero restituiti tramite compravendita in aste. Legalmente, le rivendicazioni sono complesse e i musei possono invocare la prescrizione. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, sono emersi cambiamenti, accompagnati da una crescente sensibilità culturale. Nel 2023, i Paesi Bassi hanno restituito 478 oggetti a Indonesia e Sri Lanka, e la Germania ha restituito 22 bronzi del Benin alla Nigeria. Il Belgio ha avviato un quadro giuridico per le restituzioni future.

Un documento che ha avuto un’influenza significativa su questo cambio di paradigma è il rapporto Sarr-Savoy, pubblicato nel 2018. Gli autori raccomandano la restituzione di migliaia di oggetti acquisiti come bottino di guerra. L’introduzione del rapporto sottolinea che la questione delle restituzioni riguarda un sistema di appropriazione e alienazione, legato al colonialismo, di cui alcuni musei europei sono oggi archivi pubblici. Restituire significa garantire ai giovani africani l’accesso alla propria cultura e spiritualità.

Dopo la diffusione del rapporto, il movimento Black Lives Matter ha riacceso la discussione sul patrimonio storico africano trafugato, contribuendo a una maggiore consapevolezza riguardo a queste tematiche. Anche se le restituzioni fisiche rimangono rare, la questione non può più essere ignorata. Tuttavia, le azioni spesso procedono lentamente, e il mondo occidentale continua a trattenere gli oggetti considerandoli come concessioni piuttosto che come un dovere.


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