L’arrivo dei nazisti in Gran Bretagna: una storia dimenticata.

Il film “Ghosts of Alderney” esplora un episodio dimenticato della Seconda guerra mondiale: sebbene la Gran Bretagna non capitolò e vinse la guerra, fu comunque invasa da Hitler.
All’inizio di Giugno del 1940, la Gran Bretagna del neo Primo ministro Winston Churchill affrontava una ritirata da Dunkirk, città sulla costa francese dove le truppe inglesi erano accorse per difendere l’Europa dall’avanzata nazista. I tedeschi avevano sfondato le linee difensive, conquistando rapidamente la Francia. Churchill decise di riportare a casa i soldati, ritenendoli più utili per difendere la Gran Bretagna da una invasione imminente. La storia di Dunkirk, con i civili che soccorrevano i militari inglesi, è stata celebrata come un atto di coraggio. Tuttavia, esiste un’altra storia, meno nota, che si svolse nelle settimane successive. Quando la Francia del nord fu persa, sei navi della Royal Navy arrivarono nel porticciolo di Alderney per evacuare i 1500 cittadini inglesi rimasti sull’isola, parte delle Channel Islands, territorio britannico, ma più vicino alla Francia. Gli abitanti furono avvisati solo poche ore prima di lasciare l’isola.
Con la fuga dei residenti, Alderney fu occupata dai nazisti: unica isola della Manica a subire questa sorte, l’unico territorio britannico occupato durante la guerra. Durante quel periodo, la Germania istituì anche un campo di concentramento sull’isola, un affronta al paese che si era opposto al Terzo Reich. Per cinque anni, Alderney divenne simbolo della brutalità nazista; mentre, nel War Cabinet, Churchill esortava il paese a combattere, la Gran Bretagna tollerava che migliaia di ebrei subissero torture e sterminio. Dei 67mila ebrei deportati dalla Francia, 5mila furono trasferiti su Alderney, dove furono detenuti in campi di lavoro per costruire attrezzature militari e difensive. Tra questi, il Lager Sylt, gestito dalle SS, era un vero e proprio campo di concentramento: Alderney divenne la Auschwitz d’Inghilterra. Nonostante l’assenza di camere a gas, più di mille persone furono uccise e un prigioniero su cinque non sopravvisse. Le condizioni di vita erano disumane, con fame e malattie diffuse e senza assistenza medica.
Ogni giorno alcuni morivano di stenti. La crudeltà del capitano Otto Hoegelow, comandante dell’isola, raggiunse livelli inauditi: chi rubava patate per fame veniva giustiziato. I corpi erano appesi come bersagli per i soldati tedeschi, e venivano messi pezzi di vetro nel cibo dei prigionieri. Gli orrori vennero alla luce solo il 9 maggio del 1945, quasi un anno dopo lo sbarco in Normandia, quando le isole inglesi della Manica furono liberate. Il capitano britannico Theodore Pantcheff, uno dei primi a sbarcare, redasse un rapporto intitolato “Atrocità commesse dal 1942 al 1945”, ma rimase inedito e scomparve dalla Gran Bretagna, mentre una copia fu ritrovata per caso a Mosca nel 1995.
Il silenzio della Gran Bretagna su Alderney è comprensibile: rappresenta una macchia nella sua storia, contraddicendo l’immagine di paese che si oppose al nazismo. Se da una parte è vero che la Gran Bretagna non capitolò e resistette, dall’altra è indiscutibile che fu invasa. La Germania occupò un angolo del suo territorio, e vi istituì un campo di concentramento senza che nessuno facesse giustizia. Anni fa, un’inchiesta condotta da un membro della camera dei Lord venne insabbiata. Recentemente, il tema è tornato all’attenzione grazie a un lungometraggio che documenta le atrocità naziste sull’isola.