La straordinaria impresa del Savoia Cavalleria a Isbuscenskij

L’epopea
Il 22 luglio 1941 partì alla volta dell’Ucraina, dove la notte del 24 agosto sventò un attacco nemico mettendolo in fuga.
Il Savoia Cavalleria partì da Lonigo, caricando cavalli e armi alla stazione di Tavernelle, destinazione Ucraina, verso il fronte russo, aggregato alle truppe dell’Armir (Armata italiana in Russia). Dopo aver partecipato alla campagna di Jugoslavia, si acquartierò a Lonigo, una cittadina adatta per una breve sosta, ricca di stalli per il ricovero dei cavalli.
Il riposo a Lonigo
Questa tappa era necessaria per il cambio delle uniformi, riordino del materiale di selleria e controllo degli armamenti. I maniscalchi locali si occupavano dei ferri dei cavalli. Il Savoia si trovava a Lonigo da circa 20 giorni e ricevette nuove disposizioni inaspettate. Mentre molti pensavano al congedo, si prospettava un altro anno di guerra. Il comando era alloggiato a Villa Scortegagna, mentre i militari occupavano i locali di Villa Pisani a Bagnolo. Le scuderie della grande tenuta erano utilizzate per i cavalli da guerra, e nell’aia, trasformata in piazza d’armi, si svolgevano le esercitazioni e i caroselli degli squadroni.
La partenza per il fronte russo
Il 22 luglio un quotidiano locale dedicò un ampio servizio alla cerimonia di partenza. “Prima di lasciare Lonigo, il Reggimento di cavalleria ha assistito a una celebrazione di una messa al campo e di una cerimonia con le autorità civili e religiose… I cinque squadroni erano allineati sulla piazza, con un altare allestito alla base del monumento e dieci trombettieri ai lati”.
Il reggimento si allontanò con nostalgia, un destino eroico e tragico attendeva gli uomini.
L’ultima carica
Ci vollero 35 giorni per arrivare a destinazione, percorrendo a cavallo parte del tragitto verso il fiume Dnieper in Ucraina. Il 24 agosto 1942, il Savoia chiuse la sua epopea di combattimento con la carica di Isbuscenskij, un piccolo villaggio in un’ansa del fiume Don.
Con quell’assalto, il reggimento scrisse una pagina importante della storia e salvò migliaia di soldati. Durante la notte, tre battaglioni di truppe nemiche si erano sistemati a un chilometro dall’accampamento. Una pattuglia del Savoia scoprì la presenza nemica, che iniziò a sparare furiosamente.
Il colonnello ordinò al secondo Squadrone di attaccare sul fianco, con un esito travolgente. La battaglia durò tre ore, con altre cariche. Le sciabole del Savoia affrontarono e misero in fuga i soldati nemici. Questa vittoria impedì all’armata avversaria di sopraffare la fanteria italiana, salvando centinaia di soldati.
La battaglia
Lo scontro costò ai russi 150 morti, 500 prigionieri e numerose armi. Il Savoia ebbe perdite significative, con 32 uomini morti, 52 feriti e 100 cavalli fuori combattimento. Quest’ultima giornata di gloria valse al reggimento 54 medaglie d’argento e 3 d’oro.
La carica fu riportata dai media, e nel 2012 il Comune di Lonigo concesse la cittadinanza onoraria al Savoia Cavalleria, con una targa commemorativa nella piazza locale. Tuttavia, la realtà della guerra stride con la narrazione di “combattenti per la Patria”.
Infatti, furono inviati a morire per le manie di grandezza di un regime oppressivo.