Storia

«La mummia»: Lenin crea tensioni tra Putin e la Chiesa.

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Un film propone di chiudere il mausoleo. Per le autorità religiose il culto della salma è «pagano»; secondo il governo, invece, è patriottico

MOSCA – «La mummia», questo è il titolo del film. Ed è una evidente dichiarazione di intenti. Perché nessuno aveva mai osato definire così il corpo imbalsamato di Lenin, ospitato nel mausoleo della Piazza Rossa. Sia la Chiesa ortodossa russa, sempre più politicizzata, sia il partito comunista, rinato dopo il crollo, sembrano convergere al servizio dell’attuale potere sotto la bandiera del patriottismo e della tutela dei valori tradizionali.

La campagna

Lo scorso 26 giugno, il canale televisivo Spas ha presentato un documentario dedicato al mausoleo di Lenin. L’assunto è la necessità di dare una volta per tutte una degna sepoltura al padre della rivoluzione. La posizione degli autori è sostenuta dalla direzione del Patriarcato, che sta conducendo una forte campagna a favore della chiusura del mausoleo, paragonato alle ziggurat pagane, mentre l’imbalsamazione viene messa sullo stesso piano delle pratiche occulte dei massoni. Quanto al titolare della salma, viene definito «il distruttore della Russia di prima» e un «fanatico assoluto», diventando «una priorità del nostro popolo» sbarazzarsi della «mummia» sulla Piazza Rossa.

Non si tratta di una provocazione. Un rinnovato anti-leninismo è la nuova posizione della Chiesa ortodossa russa. Il film è stato girato con la benedizione del patriarca Kirill e viene proiettato nel monastero di Santa Trinità a Sergiev Posad. La portata della campagna pubblicitaria è significativa; dai social network del canale arrivano solo reazioni positive da parte dei credenti. «Perché questo corpo grava ancora sopra il nostro Paese?» si chiede il direttore del film, sottolineando che «non è vero che un’idea così pagana e infernale sia espressione della volontà del popolo russo». Anche personalità della Chiesa si sono schierate, definendo il film «un’opera esistenziale» in grado di dissipare l’incantesimo bolscevico.

La presidente della Commissione della Duma per le questioni della famiglia ha pubblicato una foto in cui il logo di Spas viene sovrapposto al simbolo delle SS naziste, evocando un complotto occidentale. «C’è un tentativo di distruggere l’unità dei patrioti russi, favorevole a forze esterne». Il sito ufficiale del partito comunista sostiene che «in un momento di confronto armato tra il mondo russo e il neonazismo» si sta attuando «un mostruoso sabotaggio ideologico». Anche un noto scrittore ha avvertito che dopo Lenin potrebbero attaccare l’intero patrimonio sovietico e i concetti di solidarietà sociale e giustizia russa.

La revisione

Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, non è certo la prima volta che viene proposta la chiusura del memoriale in piazza Rossa. Mai però con questa forza mediatica e con la benedizione della Chiesa ortodossa, generando un prudente dibattito pubblico. È un tema sensibile per le autorità; un’indicazione sul fatto che l’idea potrebbe trovare sostegno. La Chiesa ortodossa, che ha appoggiato incondizionatamente la guerra in Ucraina, sembra voler concludere con «la mummia», traducendo questo atto in un valore simbolico e materiale.


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