Innalzamento del mare: tre palizzate romane a Grado

L’analisi di queste strutture, che avevano una funzione protettiva contro l’erosione costiera, ha contribuito a ricostruire l’evoluzione dell’ambiente della zona e i cambiamenti del livello del mare lungo la costa nord-orientale dell’Adriatico. La storia della fisiografia di Grado risale a circa 20.000 anni fa e ha subito significative influenze dall’intervento umano, con le prime testimonianze risalenti al II secolo a.C.
Tra le palizzate rinvenute, una delle più antiche, datata tra il I e il II secolo d.C., è stata costruita per creare una barriera di contenimento per il materiale scaricato dalla terraferma, in un periodo in cui il livello del mare era significativamente più basso. Un’altra palizzata, datata al 566 d.C., sembra essere un tentativo di mitigare gli effetti dell’innalzamento del mare, mentre una terza palizzata, di età simile, è stata probabilmente realizzata per consolidare la struttura del Castrum.
Le aree costiere sono tra le più vulnerabili ai cambiamenti climatici. In Italia, circa il 30% della popolazione risiede in queste zone e l’innalzamento del mare potrebbe raggiungere i 0,5 metri entro il 2100, con potenziali danni significativi agli insediamenti costieri. In passato, le variazioni del livello del mare hanno influenzato l’occupazione e la distribuzione degli insediamenti umani. A Grado, il porto romano ha una storia strettamente legata ad altre città adriatiche.
L’approccio multidisciplinare ha permesso di ottenere informazioni chiave sull’ambiente paleo, rivelando come si presentava in epoca romana e medievale, e delineando gli effetti delle variazioni del livello del mare nell’Adriatico settentrionale. Modelli numerici hanno fornito supporto per l’interpretazione dei dati archeologici, offrendo un quadro più completo dell’ambiente della zona.



