Il trasporto dell'”Ippopotamo” all’Adamello: una sfida enorme.

Recentemente si è svolta una spedizione per esplorare la storia del ghiacciaio dell’Adamello, rivelando che il ghiaccio dei quarant’anni precedenti si era completamente fuso. Dal Pian di neve, il ghiacciaio si mostrava imponente, con l’Adamello a destra e la Cresta Croce a sinistra. Qui giace “Ippopotamo”, un enorme cannone portato dalla fanteria alpina, che si offre un vantaggio strategico sulla linea del fronte.
Questo cannone, un modello Ansaldo 149/G, pesava sei tonnellate e risaliva al 1896. Era stato utilizzato in precedenza nella Guerra di Libia, e il suo stato di usura lo rese una scelta pragmatica per questa impresa.
La località scelta per ospitare l’arma fu il Passo del Venerocolo, a 3236 metri. Quando la guerra si spostò alle alte quote, un cannone di quel calibro rappresentava un vantaggio significativo per le operazioni. Fino a quel momento, nessun cannone di simili dimensioni era stato trasportato in alta montagna. Il trasporto avvenne solo di notte per evitare riconoscimenti nemici, e il cannone fu sepolto da una valanga durante il tragitto.
Ci vollero quasi tre mesi per portare il cannone a destinazione. Sotto il peso delle slitte, il cannone fu finalmente collocato al Venerecolo, sparando la sua prima granata il 29 aprile 1916 contro gli austroungarici.
La sua storia non si arrestò qui; un anno dopo, fu necessario spostarlo per ottenere una maggiore efficacia di fuoco, percorrendo cinque chilometri fino a una nuova posizionamento. Alla fine del conflitto, il cannone rimase in quel luogo, divenendo un simbolo della “Guerra bianca”.
Dopo l’armistizio, fu donato al Cai e divenne un monumento restaurato più volte. Con i suoi 125 anni e il peso di sei tonnellate, ha assistito al cambiamento del paesaggio montano, intessendo la sua storia con quella del ghiacciaio che continua a fondersi giorno dopo giorno.



