«Il popolo israeliano ha perso fiducia nello Stato»

Le proteste degli israeliani che dal 7 ottobre 2023 scendono in piazza per la liberazione degli ostaggi catturati da Hamas.
Le immagini di Evyatar David, uno dei 20 ostaggi ancora vivi a Gaza e costretto da Hamas a scavarsi la propria tomba nel tunnel in cui è prigioniero da 670 giorni, hanno riportato l’intero Paese in uno stato di profonda angoscia. La preoccupazione per il destino degli ostaggi affligge il 76% degli israeliani, come evidenziato da uno studio del Lior Tsfaty Center. Queste ansie si manifestano in gravi sintomi psicologici, tra cui depressione, ansia e disturbi post-traumatici, con un incremento dei casi di suicidio, in particolare tra i soldati.
Sebbene la ricerca avesse preso avvio nell’agosto 2023 per esaminare gli effetti psicologici delle proteste contro la riforma giudiziaria, la situazione è diventata inaspettatamente urgente dopo l’attacco del 7 ottobre. Già a inizio agosto, i tassi di disagio erano elevati, ma l’attacco ha portato a un aumento drammatico dei sintomi da stress post-traumatico, con un terzo della popolazione che manifesta tali sintomi e il 45% segni di ansia e depressione. Un’ulteriore indagine ha rivelato che quasi la metà degli israeliani presenta sintomi di disturbo da lutto prolungato, senza legami diretti con gli ostaggi, e molti stanno vivendo insonnia e mancanza di speranza.
Secondo il ricercatore, la crisi degli ostaggi ha causato una frattura collettiva che erode la fiducia nello Stato e nei suoi leader. La situazione non riguarda solo le famiglie degli ostaggi ma colpisce l’intera nazione, risvegliando un senso di insicurezza e responsabilità reciproca danneggiato. La crisi avrà conseguenze di lungo termine sulla disponibilità dei cittadini a impegnarsi nelle istituzioni.
Per affrontare e guarire questo trauma nazionale, è fondamentale che la leadership ripristini la fiducia pubblica mediante responsabilità e trasparenza nella gestione della crisi. L’intensa partecipazione dei manifestanti, riuniti davanti al ministero della Difesa e in Piazza degli Ostaggi, evidenzia la necessità di unione e sostegno reciproco in un momento di grande fragilità per il Paese.