Il Dna antico svela malattia delle truppe di Napoleone.

A partire dal 24 giugno 1812, circa 600.000 soldati guidati dall’imperatore francese Napoleone Bonaparte attraversarono il fiume Nemunas per invadere l’Impero russo. La guerra si rivelò una delle più costose della storia e, poco meno di sei mesi dopo, solo alcune decine di migliaia di uomini tornarono oltre il fiume. In un recente studio di un team di ricercatori dell’Università di Parigi è stato identificato un insieme di agenti patogeni che potrebbero aver causato gran parte delle morti durante la ritirata.
Secondo l’analisi del DNA antico estratto dai denti di 13 soldati rinvenuti in fosse comuni a Vilnius, in Lituania, le truppe napoleoniche in ritirata nel 1812 furono vittime non solo del tifo, ma anche del paratifo e di una febbre ricorrente trasmessa dai pidocchi.
Documenti storici mostrano che i medici diagnosticavano il tifo in base a sintomi come febbre, mal di testa ed eruzioni cutanee. Un’analisi dei resti nel 2006 aveva suggerito la possibilità di infezioni da tifo e febbre delle trincee. All’epoca non era possibile identificare Rickettsia prowazekii, il batterio responsabile del tifo epidemico, né Bartonella quintana, causa della febbre delle trincee, che infettò oltre un milione di soldati nella Prima Guerra Mondiale. Documentazioni mediche riportavano casi di tifo con sintomi analoghi. «Sebbene non sia necessariamente fatale, la febbre ricorrente trasmessa dai pidocchi potrebbe indebolire notevolmente un individuo già esausto», risulta dall’analisi effettuata dai ricercatori.
Il mancato riscontro di tifo non implica che la malattia non abbia contribuito alle perdite umane: oltre ai 13 soldati esaminati, è necessario analizzare un numero maggiore di campioni per poter comprendere appieno lo spettro delle malattie epidemiche che colpirono l’esercito napoleonico. «Uno scenario plausibile per la morte di questi soldati includerebbe una combinazione di stanchezza, freddo e diverse malattie, tra cui febbre paratifoide e febbre ricorrente trasmessa dai pidocchi».