Grossman: paralleli tra nazismo e stalinismo

Nell’epoca difficile in cui viviamo, è fondamentale non diventare indifferenti verso gli altri e indulgenti con noi stessi. Questa riflessione, intrisa di attualità, esplora la complessità della condizione umana, con particolare riferimento ai profondi eventi storici che hanno segnato il XX secolo, come la Seconda guerra mondiale e la Shoah, evidenziando le atrocità del nazismo e dello stalinismo.
La mostra “La forza dell’umano nell’uomo” celebra il 120° anniversario della nascita di un importante scrittore, ospitata al Polo del’900. L’esposizione, curata da un gruppo di esperti, segue le tappe essenziali della vita e dell’opera, dagli anni della formazione all’impegno socialista, fino a un realismo aperto alla libertà della persona.
Il percorso espositivo è arricchito da testimonianze, documenti, testi e fotografie inedite che restituiscono la profondità del mondo dell’autore, accompagnato dal cortometraggio “Una telefonata di Stalin”, tratto da un episodio di “Vita e destino”.
Proveniente da una famiglia ebraica benestante, il protagonista della mostra combina la sua formazione in ingegneria chimica con la scrittura, avviando la sua carriera negli anni Trenta. Durante la Seconda guerra mondiale, si arruola come corrispondente di guerra e i suoi reportage, in particolare “L’inferno di Treblinka”, diventano tra le prime testimonianze oculari dell’Olocausto, utilizzate anche nei processi di Norimberga.
Le tematiche dei gulag e della Grande Carestia prendono vita nel suo lavoro “Tutto scorre”, mentre nel dopoguerra concepisce “Vita e destino”, un’epopea della battaglia di Stalingrado. Questo romanzo affronta una lunga contesa con la censura, culminando nel sequestro da parte del Kgb. Solo grazie a copie diffuse clandestinamente, il libro viene pubblicato all’estero nel 1980, vent’anni dopo la sua scrittura e dopo la sua morte, avvenuta nell’oscurità e nella povertà, fino alla sua pubblicazione in Russia nel 1988.
L’opera mette in evidenza una ricerca di ciò che è buono nell’essere umano, proponendo una riflessione profonda sui diritti e sulla moralità: “Esiste un diritto superiore a quello di mandare a morire senza pensarci due volte. È il diritto di pensarci due volte prima di mandare qualcuno a morire”.



