Storia

Gorizia resiste a Mussolini | il manifesto

Il nuovo Consiglio comunale di Gorizia esprime la sua fedeltà e ammirazione nei confronti di un leader che ha preparato l’Italia alla guerra, supportato le forze italiane nel conflitto, e che oggi è visto come il promotore della rinascita della Patria. In una comunicazione del 1° marzo 1924, il consiglio acclama il politico come cittadino onorario della città, manifestando entusiasmo e approvazione generale. Un verbale evidenzia l’unità con Fiume e la disponibilità a riprendere azioni militari se necessario.

Nel marzo 1924, il Consiglio comunale si riunisce, con la presenza di autorità civili e militari, e nomina sindaco Giorgio Bombig. La città sembra rinascere, mentre si cerca di dimenticare un passato recente. Gorizia, segnata dalla prima guerra mondiale e resa semidistrutta, diventa ufficialmente parte del Regno d’Italia nel 1921 a seguito del Trattato di Rapallo.

Nel 1922, le elezioni portano a un’alleanza tra forze liberali italiane e slovene, ma il primo sindaco, Antonio Bonne, è costretto a dimettersi dopo l’occupazione del Municipio da parte di squadristi, avvenuta durante la marcia su Roma. Con l’avvento del fascismo, il nuovo consiglio acclama il leader come cittadino onorario.

Cent’anni dopo, nel 2024, alcuni consiglieri di opposizione propongono di revocare l’onorificenza, ma la proposta non ottiene il supporto necessario e il sindaco lancia attacchi contro i promotori. L’opposizione manifesta sulla questione, raccogliendo firme e producendo eventi pubblici contro la decisione del Comune di conferire onorificenze legate al passato fascista.

Si pone una domanda sulla compatibilità della Costituzione con le decisioni locali. Studi legali si sviluppano attorno al tema, mentre un avvocato presenta un ricorso al Tribunale amministrativo regionale, evidenziando le implicazioni democratiche della questione. Viene messo in discussione il mantenimento di un titolo onorifico a Mussolini in relazione ai valori della Repubblica.

In una conferenza stampa, i legali e membri di associazioni locali discutono la questione. Sottolineano l’importanza della riconciliazione tra italiani e sloveni, ma affermano che la storia non può essere dimenticata. Si evidenziano gli aspetti istituzionali della questione e la possibilità di creare un precedente giuridico. La determinazione nella questione del titolo onorifico potrebbe portare a sviluppi legislativi a livello nazionale.


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