Ginzburg: “La Storia a scuola è un sermone provinciale”

Recentemente sono state pubblicate le nuove Indicazioni Nazionali per la scuola d’infanzia e il primo ciclo, che saranno fondamentali per le scelte educative nei prossimi anni. Tra i temi più controversi vi è quello relativo alla Storia, con affermazioni assai discutibili sulla centralità dell’identità italiana e l’idea che solo l’Occidente conosca la storia.
Si afferma che l’Occidente possieda una visione esclusiva della storia, accompagnata da citazioni di noti storici. Questo approccio, tuttavia, è considerato da alcuni come decontestualizzato e limitato. La rimozione del colonialismo dalle narrazioni storiche e la mancanza di riflessione sulle conseguenze attuali di questo evento sono criticate, insieme all’idea di distinguere rigidamente tra bene e male nella storia.
Si sottolinea l’importanza dell’identità italiana, pur riconoscendo che questa possa apparire provinciale. Alcuni esperti considerano la nozione di identità non utile per analizzare la complessità reale, specialmente in un contesto che accoglie bambini di diverse origini culturali. La critica si estende anche all’idea di assimilazione, considerata obsoleta.
Le nuove indicazioni sembrano sostenere che la conoscenza della propria identità sia necessaria per l’integrazione. In un contesto globale di immigrazione, i critici avvertono che tale approccio ignora la varietà delle esperienze e delle culture portate dai nuovi arrivati.
Le discussioni sulla valutazione delle fonti storiche sono avvertite come insidiose, trascurando la distinzione tra realtà e finzione. L’esigenza di analizzare eventi storici, come quello di Cristoforo Colombo, richiede di considerare anche le reazioni contemporanee, come la rimozione delle statue, stimolando riflessioni più ampie.
L’interpretazione della storia come un percorso lineare di progresso è vista come fuorviante. La fragilità dell’umanità e il legame con l’ambiente devono essere inclusi nella narrazione storica per offrire una comprensione autentica delle sfide attuali, piuttosto che presentare una visionistica e semplificata del progresso.
Le nuove Indicazioni Nazionali criticano l’Occidente come una forza dominante nella narrazione storica. Tuttavia, si nota che non si tiene conto di altre realtà geopolitiche e religiose, rendendo il discorso unidimensionale e, in alcuni casi, anacronistico.
Sebbene l’eroismo faccia parte della storia, è essenziale comunicare che la conoscenza storica è in gran parte incompleta. La cecità riguardo a ciò che rimane sconosciuto impoverisce la comprensione storica e deve essere affrontata fin dall’inizio. L’approccio univoco proposto nelle indicazioni è considerato insufficiente per un’educazione storica di qualità.