Diario sulla guerra di Crimea: un massacro attuale.

Un viaggio nella Storia, iniziato con le parole di un ufficiale piemontese durante la Guerra di Crimea (1853-1856). Questa testimonianza evidenzia come le violenze si ripetano negli stessi luoghi, diventati epicentri delle tensioni geopolitiche. Il festival degli archivi propone un incontro dal titolo “Diari di Crimea…dalla parte del Futuro” al Museo del Risorgimento di Torino, dove sarà presentato un taccuino del 1855, intitolato “Diario o memorie sulla Campagna di Crimea”. Redatto dal Colonnello dei Bersaglieri Paolo Filippo Vaccaneo, il taccuino, appena restaurato, racchiude memorie significative di quella guerra. Sarà anche presente il donatore del taccuino, un cimelio familiare.
Secondo la responsabile degli archivi del Museo, il taccuino, delle dimensioni di uno smartphone e ricco di schizzi, fornisce una prospettiva unica sulla vita quotidiana dei soldati italiani, in luoghi che oggi sono al centro della Storia. Documenta anche i discorsi rivolti ai soldati. Questo pezzo di microstoria risuona con il presente, rendendolo un’aggiunta significativa alla collezione del museo sulla guerra di Crimea.
Il taccuino riporta anche un avvertimento letto ai soldati alla partenza: “Una guerra fondata sulla giustizia, da cui dipendono la tranquillità dell’Europa e le sorti del Nostro Paese vi chiama in Oriente… I vostri sacrifici saranno benedetti dalle presenti e dalle future generazioni!”. La guerra in Crimea venne giustificata come necessaria per prevenire futuri conflitti. Un resoconto della battaglia del 16 agosto 1855 descrive le azioni dei soldati in un conflitto dove si scontrarono russi e italiani presso il fiume Cernaia.
In quel periodo, le forze russe avanzarono, supportate dalla loro artiglieria, contro le trincee italiane, provocando pesanti perdite tra le fila nemiche, mentre la resistenza italiana fu soffocata dalla superiorità numerica e dalla potenza dei cannoni. Si calcola che le perdite fossero tra i 5 e 6mila per i russi e circa 200 per gli italiani. La descrizione degli eventi di allora potrebbe rispecchiare dinamiche attuali, invitando a riflessioni sulla Storia e sulla natura stessa dei conflitti.