Storia

Dalle glorie passate alle incertezze future.

Nel 1935, alla presenza dei principi di Piemonte, Umberto e Maria José di Savoia, e della nobiltà locale, la chiesa di San Giorgio al Corso venne riaperta al culto dopo la ricostruzione avvenuta a seguito del terremoto che l’aveva distrutta.

Il 25 maggio, novanta anni dopo, la chiesa dedicata al patrono cittadino celebra un importante anniversario con una messa presieduta dall’arcivescovo metropolita della diocesi Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone.

San Giorgio al Corso: tra religione e res publica

L’edificio, in stile classico, presenta un portale monumentale sormontato da una grande vetrata che rappresenta San Giorgio nell’atto di uccidere il drago. La facciata principale si affaccia su corso Garibaldi, la via principale, e costeggia via Giudecca. L’aspetto attuale è il risultato del lavoro dell’architetto Camillo Autore, che nel 1935 restituì alla città la storica chiesa, distrutta dal terremoto del 1908.

Dal punto di vista artistico, notevoli sono i bassorilievi ai lati del portale, che ritraggono scene del primo conflitto mondiale accompagnate dalle località delle battaglie.

La chiesa, sobria e discreta, si integra bene con l’estetica degli edifici circostanti. Ha una pianta a croce latina e una navata singola con quattro cappelle per lato, tra cui quella del Crocefisso, dedicata ai Caduti. Tra i pochi dettagli decorativi, il catino absidale presenta un mosaico.

Altra peculiarità sono le lastre di marmo grigio Billiemi decorate con pietra chiara di Trani, che rivestono il pavimento, le pareti e la parte centrale del Santuario, intagliata in una croce orientata verso l’altare maggiore. Il connubio tra antico e moderno è evidente nelle opere d’arte che adornano l’interno.

Ai lati della navata si trovano statue moderne di San Giuseppe col Bambino, dell’Immacolata e del Beato Giovanni; statua di Sant’Anna e Madonna Bambina; busto di San Giorgio e un dipinto ottocentesco raffigurante la Madonna del Rosario e i Santi. Accanto, è possibile vedere resti archeologici di una struttura religiosa medievale.

Questo edificio ha avuto un ruolo significativo nella storia non solo religiosa, ma anche politico-sociale. Una volta, infatti, le elezioni municipali si concludevano sull’altare della chiesa di San Giorgio.

Elezioni comunali della città: la curiosità

Vi era un forte legame tra la città e il suo patrono. Ogni anno, con un solenne atto ai piedi dell’altare, si concludevano le elezioni municipali; le liste venivano pubblicate al palazzo di città, e poi venivano sorteggiati sei nomi di consiglieri. I nomi, chiusi in palline d’argento e riposti in borsette separate per ceto sociale, venivano collocati sull’altare di San Giorgio. Alla fine della messa dello Spirito Santo, l’estrazione dei tre sindaci avveniva per mano di un bambino.

Un passato importante e un futuro incerto

Il parroco della chiesa ha ricordato l’importanza storica di questo anniversario, esprimendo preoccupazione per il futuro della parrocchia e delle piccole chiese reggine, che sembrano essere abbandonate.

La Chiesa di San Giorgio raggiunge un importante traguardo il 25 maggio?

“Novanta anni sono significativi. Questa chiesa ha visto passare molti parroci di rilievo e ha ricevuto l’attenzione delle istituzioni. Alla sua inaugurazione era presente un principe. Era al centro delle dinamiche cittadine”.

Sembra esserci una nota di pessimismo

“Una volta, questa chiesa guardava alla storia, oggi siamo la chiesa degli artisti proiettata al futuro. Abbiamo fatto molto per promuovere l’arte, ma non basta. Ogni responsabilità ricade sul parroco, e i miei sforzi sono limitati. Chiedo aiuto per questo monumento, ma mancano supporti da parte delle istituzioni”.

Sono parole amare quelle del parroco, che percepisce un generale disinteresse nei confronti della chiesa dedicata al patrono cittadino.

Non vede un futuro luminoso?

“La parrocchia sta perdendo importanza, i fedeli sono per lo più anziani e manca il ricambio. La città è in crisi sia religiosa che sociale. Un solo parroco non può gestire tutto. Servirebbe una pastorale diversa”.

Domenica sarà un giorno importante

“Ci sarà un Giubileo speciale. L’arcivescovo celebrerà la messa e leggerà la Bolla di indizione del Giubileo parrocchiale. Tuttavia, è necessaria una presa di coscienza profonda da parte delle istituzioni. Abbiamo fatto il possibile”.

Recentemente, il parroco ha intenzione di presentare un progetto di restauro per ottenere finanziamenti.

Riguardo l’Angelo Tutelare, ci sono aggiornamenti?

“È complicato. La soprintendenza ha previsto un’altra destinazione per la statua. Inoltre, hanno dichiarato che non può essere collocata all’esterno per preservarne il marmo. Ciò solleva domande, ma è comprensibile. Resta però il degrado visibile della piazza, che è responsabilità della soprintendenza”.

E sulla realizzazione di una copia?

“Ci vorrebbero 30 mila euro, e questa è una cifra difficile da reperire. La storia di questo luogo è in declino”.


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