Storia

Corteo straordinario: storia e simboli in attesa della sfida.

Simbolismo, teatro, storia, storia dell’arte. Il Magnifico corteo del Palio, svoltosi ieri sera in centro, non rappresenta solo una rievocazione storica, ma una rivitalizzazione di un passato vivo, un autentico sentimento di continuità. Questo è possibile grazie all’impegno di contradaioli, in particolare di coloro della ‘contrada-non contrada’, la Corte Ducale, ispirata alla corte di Borso d’Este, con riferimenti all’Officina Ferrarese e alla pittura cortigiana. I figuranti della Corte Ducale, vestiti da nobili estensi, aprono il corteo, accompagnati da una cartomante, tarocchi e dal buffone di corte, Scoccola. La sfilata parte da piazzale Medaglie d’Oro e percorre la Giovecca fino al Castello, seguita dai gonfaloni della Città di Ferrara e della Fondazione Palio. La processione conclude in piazza Castello, sul palco d’onore, preceduta dalle contrade con le loro coreografie.

Il corteo storico viene aperto da Borgo San Giovanni, con una coreografia ispirata a Ludovico Ariosto e ai suoi personaggi. A seguire, Borgo San Luca presenta un affresco vivente ispirato allo Studiolo della Delizia di Belfiore, con le muse Urania e Polimnia, simboli della civiltà estense. Borgo San Giacomo introduce un episodio del 1475, quando Galeazzo Maria Sforza fece dono di riso a Ercole I d’Este.

Le contrade danno inizio alla Cerimonia dell’Iscrizione, ufficializzando la loro partecipazione alle gare. Il Rione di Santa Maria in Vado porta il pubblico a Napoli del 1477, con l’ingresso di Eleonora d’Aragona, mentre il Rione Santo Spirito presenta Lucrezia Borgia durante il suo arrivo a Ferrara nel 1502. Il Rione San Benedetto celebra Ercole I d’Este e il premiare del popolo con diamanti. Il Rione San Paolo inscena una parte della lettera di San Paolo apostolo ai Galati, riflettendo sulle tensioni spirituali e i vizi.

Il corteo si conclude con il Borgo San Giorgio, dove i figuranti mostrano la vita di fiume, ispirandosi alle raffigurazioni delle placchette argentee commissionate da Alfonso I d’Este.


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