Atapuerca: nuove scoperte sul cannibalismo neolitico.

Questi resti, databili a circa 5.700 anni fa, presentano prove chiare di antropofagia, tra cui segni di taglio, esposizione al fuoco e morsi umani. È stato osservato che, sebbene i casi di cannibalismo preistorico documentati siano rari, nella Penisola Iberica questa pratica era più comune di quanto si possa pensare e integrata nella cultura delle società del tempo.
Tra i resti vi sono quelli di 11 vittime, inclusi bambini e adolescenti, che sono stati oggetto di un “sfruttamento estremo”. In particolare, segni su un femore infantile indicano che è stato percosso per estrarne il midollo, suggerendo competenze specializzate nel trattamento dei cadaveri.
I ricercatori ipotizzano che questi resti siano legati a un episodio di cannibalismo di guerra, una pratica con significati non solo fisici ma anche metafisici. Mangiare il corpo del nemico era visto come un modo per eliminarne l’anima. La morte contemporanea di tutte e 11 le persone esclude l’idea di un rituale funerario e l’assenza di prove di condizioni climatiche estreme elimina l’ipotesi di cannibalismo per sopravvivenza.
La scoperta mette in discussione la visione tradizionale delle società paleolitiche e neolitiche come pacifiche, dimostrando che i conflitti venivano risolti anche con violenza. Tuttavia, viene anche specificato che non esiste una predisposizione genetica alla guerra negli esseri umani.
Atapuerca si è affermata come centro principale per lo studio del cannibalismo preistorico. Le scoperte di antropofagia in questo sito coprono un arco temporale considerevole. La prima scoperta di cannibalismo documentata risale a quasi un milione di anni fa, e recentemente sono emerse prove di antropofagia infantile risalenti a oltre 850.000 anni.
La produttività di Atapuerca non è casuale, poiché un’équipe altamente specializzata nell’antropofagia ha lavorato nel sito. Questi specialisti sono in grado di riconoscere segni molto sottili che potrebbero sfuggire a chi non è esperto.
La storia moderna di Atapuerca è iniziata nel 1863 con la scoperta di resti umani preistorici, ma la vera svolta si è avuta nel 1976 con l’inizio degli scavi di Emiliano Aguirre e l’organizzazione di un progetto multidisciplinare. La scoperta di una mascella umana completa ha segnato il primo ritrovamento significativo.
Negli anni ’90, la scoperta di resti umani risalenti a oltre 900.000 anni ha portato alla definizione di una nuova specie chiamata “Homo antecessor”, che ha rivoluzionato la comprensione dell’evoluzione umana in Europa.
Il sito ha ricevuto riconoscimenti internazionali, tra cui la classificazione come Patrimonio dell’Umanità nel 2000. Le scoperte sono continuate nel XXI secolo, con ritrovamenti sempre più straordinari, compreso un fossile di circa 1.200.000 anni fa, il più antico trovato nel sito.