Storia

Aggressività minaccia la democrazia, la religione può aiutarla.

Secondo alcuni esperti, l’avversario politico è percepito non più come interlocutore, ma come nemico. La fede e la Chiesa possono essere strumenti per mantenere la capacità di ascolto. Viviamo in una società caratterizzata da un’accelerazione continua, che porta a una forte aggressività nel nostro rapporto con il mondo, manifestandosi sia a livello macro, attraverso guerre e conflitti, sia a livello micro, nella vita quotidiana. Questa aggressività si riflette nella politica, dove il confronto viene sostituito dall’intento di silenziare l’avversario.

La cultura politica sta cambiando, e non c’è più spazio per un dialogo aperto. Ciò è evidente in situazioni come il dibattito sui vaccini, dove si è passati da uno scambio di idee a una dinamica di conflitto. Anche la guerra ha ritrovato spazio in Europa.

Uno degli aspetti principali è che la democrazia non può prosperare in un ambiente di feroce divisione. In questo contesto, le tradizioni religiose possono contribuire a far emergere modi alternativi di relazionarsi al mondo. Le istituzioni religiose offrono opportunità per sviluppare un cuore che ascolta, fondamentale in una democrazia. Ascoltare significa riconoscere i valori altrui e prendere in considerazione le loro argomentazioni.

Le Chiese, dunque, hanno il potere di favore il dialogo e l’ascolto, elementi essenziali per la coesistenza pacifica. Creano spazi di apertura, offrendo nuove modalità di interazione con il mondo che non sono esclusivamente orientate alla crescita o al controllo. L’esperienza in questi luoghi genera una postura interiore differente, promuovendo la ricettività anziché la conquista.

Aprirci a dimensioni spirituali più profonde ci consente di risuonare con il mondo e di sviluppare una connessione autentica con gli altri. La religione propone una visione che supera l’indifferenza e il freddo meccanicismo dell’universo, suggerendo che la nostra esistenza è definita da relazioni significative.

In conclusione, l’ascolto e la disponibilità alla risonanza devono essere preservati nelle democrazie moderne, per evitare che la libertà di parola venga compromessa e per difendere un patrimonio di dialogo e comprensione fondamentale.


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