Affi: nobili dimore, vigneti e storia della Guerra Fredda

Affi è un importante crocevia tra la Valpolicella, la Valdadige e il lago di Garda, caratterizzato da dimore storiche e vigneti. Questa località è, secondo le dichiarazioni dei redditi, una delle più benestanti del Veronese. Sulla principale via che attraversa la cittadina di 2.500 abitanti, transitano 900 mila veicoli al mese in estate e 600 mila in inverno. Durante le feste, i complessi commerciali sono affollati da vacanzieri e residenti. Alcuni, tuttavia, hanno scelto di allontanarsi dalla folla. Uno di essi, un calzolaio, ha deciso di trasferirsi in una bottega più tranquilla, portando con sé la sua macchina per cucire Singer.
Quando i clienti sono troppi
Il calzolaio ha ridotto la produzione nelle ore di punta e, sebbene abbia perso clienti, ha guadagnato in qualità della vita. Anni fa gestiva due laboratori ma, con l’aumento del flusso di clienti, non riusciva a soddisfare tutte le richieste. Anche un panettiere della zona ha trasferito il suo forno in un quartiere più tranquillo, dove i residenti dovevano attraversare il rondò per raggiungerlo.
Abitanti triplicati
Nonostante le difficoltà, il panettiere e sua moglie, un’ex sarta, hanno continuato a lavorare. Hanno ricordato i tempi in cui consegnavano il pane in bicicletta e l’evoluzione del loro business grazie a nuove attrezzature. La popolazione di Affi è cresciuta ma il numero delle famiglie si è ridotto. Un tempo, si consegnavano grandi sacchi di pane; oggi sono più comuni piccole buste con alcuni panini. Sui monti della zona, un fiore simbolo di bellezza emerge, contrastando la memoria di un passato bellico.
Archeologia militare
Un ex giardiniere della villa Poggi ha ricordato la scomparsa di una particolare orchidea e il cambiamento del giardino da all’italiana a all’inglese, simbolo di innovazione. Nei decenni passati, il monte Moscal era sede di un bunker antiatomico della NATO, parte della fredda tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Entrambi i siti servivano per la raccolta delle telecomunicazioni e sono ora gestiti dai Comuni.
West Star, il terremoto del Friuli e la paura
Il panettiere ha raccontato come portavano il pane alla base NATO, dove i controlli erano rigorosi. Negli anni Settanta, la strumentazione della NATO rilevò un forte terremoto in Friuli, con i portoni del rifugio che si chiusero automaticamente. Il monte Moscal, un tempo ritenuto pronto a difendere l’Europa, è ora un simbolo di bellezza naturale, con fiori che contrastano la durezza bellica.



