Storia

Addio a Pierre Nora, ultimo intellettuale del ‘900

È stato un figura notevole, ricoprendo ruoli diversi come storico, editore e professore, mantenendo sempre uno stile singolare e una posizione laterale rispetto alle istituzioni. Si sentirà la mancanza del suo sguardo originale e libero.

Il primo lunedì di giugno di quest’anno, all’età di 93 anni, se ne è andato un intellettuale europeo del XX secolo, noto per il suo approccio eccentrico e la capacità di esprimere un pensiero sostanziale. Come storico, ha studiatamente analizzato l’opinione pubblica russa nel periodo tra il 1815 e il 1840, utilizzando Astolphe de Custine come osservatorio per denunciare l’illusione del paesaggio zarista, mentre la borghesia intellettuale francese era rapita dalle promesse dello stalinismo.

La sua sostanzialità si manifesta anche come saggista, con un’opera importante sui francesi in Algeria, che destò l’ostilità di nazionalisti e anticolonialisti. Come editore alla casa di pubblicazione Juilliard, ha cercato di colmare il divario tra storiografia accademica e lettori comuni, dimostrando un’apertura mentale in ogni sua iniziativa. Con il passaggio a Gallimard, ha continuato a promuovere idee innovative, lanciando l’Egostoria per invitare storici e studiosi a riflettere sui propri presupposti in un periodo di crescente conformismo.

Negli anni Ottanta ha creato l’opera fondamentale “Les lieux de memoire”, un progetto in sette volumi che ha coinvolto numerosi collaboratori nel descrivere le memorie storiche e culturali della Francia, contribuendo a far diventare quel modello un riferimento universale per il settore.

La sua influenza si può notare in innumerevoli centri di ricerca e facoltà che hanno dedicato studi ai Luoghi della memoria. È sempre stato innovatore mantenendo una ferrea adesione ai valori tradizionali, caratterizzato da una malinconia proustiana, ma sempre disposto a discutere idee in contesti difficili, affrontando anche le polemiche più accese.

Nonostante le sue affermazioni discutibili sulla politica contemporanea, era un uomo di grande cultura e profondità, leale verso se stesso e gli amici. La sua ferrea difesa delle libertà di ricerca storica è testimoniata dalla sua amicizia con François Furet, il quale è sempre stato visto come un fratello, e dal sincero slancio di amore per la vita, rappresentato nella sua autobiografia.Questo racconto di esperienze e relazioni è emerso con forza grazie all’incontro con Anne Sinclair, che ha avuto un ruolo cruciale nella sua vita negli ultimi anni.


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