8 settembre 1943: l’armistizio che mutò l’Italia.

Ottantadue anni fa, un comunicato trasmesso via radio annunciava l’entrata in vigore dell’Armistizio con gli Alleati e la resa incondizionata dell’Italia.
Un messaggio letto da un alto ufficiale alle ore 19:42 informava il popolo italiano dell’accordo segreto firmato il 3 settembre a Cassibile, in Sicilia, tra il generale Castellano e il capo di stato maggiore Smith, sancendo la resa italiana e la fine delle ostilità contro le truppe anglo-americane.
Dopo la firma, l’alto ufficiale si limitò ad annunciare al governo che le trattative per la resa erano appena iniziate, senza rivelare l’accordo già sottoscritto. Nonostante le richieste dei comandi anglo-americani per la pubblicazione dell’armistizio e il conseguente passaggio dell’Italia al fianco degli Alleati, l’alto ufficiale mantenne una posizione di attesa. Nei giorni successivi, continuarono i pesanti bombardamenti sul territorio nazionale, finché, la sera dell’8 settembre, il generale Eisenhower ufficializzò l’armistizio e solo dopo oltre un’ora il capo del governo italiano lesse il comunicato alla radio.
Durante i giorni seguenti, si vissero eventi estremamente convulsi, con le forze armate allo sbando e la fuga da Roma del governo e del Re Vittorio Emanuele III. Il comando tedesco in Italia aveva già predisposto un piano in caso di armistizio, così l’operazione “Achse” fu attivata: aeroporti, caserme e punti strategici furono occupati, mentre la Wehrmacht disarmò oltre 800 mila militari italiani, molti dei quali vennero deportati in Germania, mentre altri si unirono alla Resistenza.
La data dell’8 settembre rimarrà un momento fondamentale nel percorso che porterà alla Resistenza, alla Liberazione e infine alla fine della guerra.