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Tajani all’Università: richiesto impegno per cessare il fuoco a Gaza.

Le conseguenze dei bombardamenti in Gaza, che hanno portato a oltre 50mila morti, tra cui 15mila bambini, stanno avendo un impatto significativo anche sull’Università degli Studi di Brescia. Le preoccupazioni di docenti, personale amministrativo e studenti si sono tradotte in un’iniziativa collettiva.

La scossa a una protesta che nasce da tempo tra le aule e gli uffici dell’Ateneo è stata data dalla presenza del vicepremier in un’assemblea per la presentazione di un nuovo corso di studi.

L’appello

Circa trecento dipendenti hanno firmato una lettera aperta al rettore per comunicare le loro preoccupazioni. Il messaggio evidenzia l’angoscia per gli eventi a Gaza e la necessità urgente di interventi che fermino la situazione attuale. La lettera sottolinea che se non ci sarà un intervento per fermare l’orrore, se ne saremo corresponsabili, come dichiarato da voci sempre più numerose sia nella società israeliana che nella diaspora ebraica. Ci sono critiche all’invito al vicepremier, ma l’attenzione deve restare sulla necessità di porre fine alla violenza.

I firmatari chiedono al rettore di consegnare al vicepremier una richiesta pressante di un cambio di rotta, affinché vengano adottate misure concrete per fermare i bombardamenti e avviare azioni umanitarie per la popolazione di Gaza, oltre a bloccare progetti di espulsione del popolo palestinese. È necessaria un’azione decisiva; le dichiarazioni non sono più sufficienti. È un appello rivolto a chiunque voglia mantenere la propria umanità. Inoltre, i firmatari auspicano la liberazione delle persone detenute da Hamas, confermando che la strada del cessate il fuoco è la più appropriata, come suggerito da chi ha parenti tra gli ostaggi.

Il rettore ha manifestato l’intenzione di sostenere l’appello e si è detto pronto a consegnarlo al ministro.

La protesta

Oggi si organizzerà anche una manifestazione da parte di gruppi locali, che intenderanno far sentire la propria voce in modo diretto. L’obiettivo è chiaro: esprimere dissenso riguardo alla situatione attuale e alla percepita complicità dell’Università.


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