Tagli ai fondi stradali e le responsabilità di Salvini.
Treviso è uno dei capoluoghi più colpiti: con la nuova rimodulazione, perde due terzi dei fondi che gli spettavano.
Colpiti e affondati dal proprio ministro. È la sensazione che emerge parlando con i rappresentanti locali della Lega in Veneto, in particolare nella zona di Treviso, per la manovra voluta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. I fondi destinati alla manutenzione e alla messa in sicurezza delle strade sono stati dirottati su altre opere infrastrutturali. «Un brutto scivolone», lo definisce qualcuno. «Un taglio incomprensibile», aggiungono altri amministratori locali.
Tagli fino al 70%
Province, Regioni e Comuni sono tutti in allerta. Il Veneto è tra le regioni più colpite, con tagli fino al 70% dei fondi, corrispondenti a una perdita di oltre 13 milioni di euro. Queste risorse sarebbero state utilizzate, tra le altre cose, per il rifacimento del manto stradale e la messa in sicurezza di arterie locali sempre più compromesse. Treviso, in particolare, è una delle province più colpite: al capoluogo erano stati destinati 3.200.211 euro. Con la nuova rimodulazione, vengono tagliati 2.269.241 euro, lasciando al territorio appena 930.970 euro. In pratica, perde oltre due terzi dei fondi originari.
«C’è aria di preoccupazione»
«C’è un’aria di preoccupazione – riferiscono – preoccupazione che abbiamo espresso anche in sede di assemblea Upi (Unione delle province italiane) perché le risorse del bilancio 2025 erano già impegnate, e in alcuni casi anche spese». Inoltre: «Non si tagliano risorse già previste nel bilancio 2025 per compensare aumenti di costi su altre opere. Questa cosa non esiste». Il vero problema risiede nel fatto che buona parte dei cantieri a cui sarebbero stati destinati quei fondi sono già stati avviati.
«Si assuma le sue responsabilità»
«Bisogna pensarci in fretta – insistono – perché quei soldi sono già stati impegnati». Quanti cantieri salterebbero? «Trattandosi di lavori di asfaltatura, non è facile fare un conteggio preciso, ma è una riduzione importante». E alla domanda se si fossero già messi in contatto con il Ministero, riferiscono: «Sì, abbiamo scritto, ma finora ci è arrivata solo una risposta tecnica. Ora restiamo in attesa di capire quali provvedimenti saranno presi». C’è un filo di speranza? «Conoscendo la situazione, ci aspettiamo che si assumano le proprie responsabilità».