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Ricostruzione del delitto e i dubbi di Sterpin.

Dopo la notizia riguardante le considerazioni su un caso attinente a Liliana Resinovich e le presunte responsabilità di un indagato, è arrivata la reazione di un uomo di 83 anni, legato alla donna. Questo individuo ha affermato di essere in agitazione da tempo, sottolineando di non credere che l’indagato sia l’autore del delitto, ma sostiene che quest’ultimo conosca chi ha realmente commesso l’atto. Ha espresso il suo disappunto per il passare del tempo senza riscontri significativi.

La ricostruzione – Secondo quanto riportato, l’indagato avrebbe aggredito la donna in un parco, infliggendole vari tipi di lesioni e causandone la morte mediante soffocamento il 14 dicembre 2021, data della scomparsa.

Le indagini – Al momento del ritrovamento, la vittima si trovava in condizioni particolari, con la testa in sacchetti fissati al collo e il corpo in sacchi neri. La tesi del suicidio, sostenuta inizialmente, ha suscitato dubbi, tanto che un giudice ha richiesto un’ulteriore indagine approfondita, arrivando a riesumare i resti nel 2024. Il fascicolo, aperto per sequestro di persona, è stato successivamente trasformato in omicidio nel 2023.

“Lavoro premeditato” – L’83enne ha delineato l’episodio come premeditato e attribuito a più persone, affermando che l’indagato conosce il luogo in cui è stato tenuto il corpo. Ha sollevato dubbi sulle tempistiche forensi, sostenendo che il corpo sia stato trasportato dopo un breve intervallo dalla scomparsa.

Il silenzio dell’indagato – Dopo la diffusione di informazioni su di lui, l’indagato ha cessato di pubblicare foto e di rispondere al telefono, mentre i suoi legali non hanno rilasciato commenti.

La parte civile – Rappresentanza legale della parte civile ha adottato una posizione di cautela, definendo le nuove informazioni come provvisorie e sottolineando l’importanza di una presunzione di non colpevolezza per l’indagato.

Inoltre, potrebbero essere rivalutate le testimonianze di alcuni testimoni che avevano visto un uomo nei pressi del luogo del ritrovamento nei giorni antecedenti. Una testimonianza in particolare descrive un individuo con barba bianca, vestito di scuro e con una torcia, segnalato all’alba del 5 gennaio. Queste osservazioni erano state formalizzate dagli investigatori, ma ritenute non rilevanti nelle fasi iniziali delle indagini.


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