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Riaperto il caso di Manuela Murgia, indagato l’ex fidanzato.

Manuela Murgia, allora 16enne, fu trovata priva di vita nel canyon di Tuvixeddu, a Cagliari, nel febbraio del 1995. Si è sempre parlato di suicidio. Nuove indagini hanno portato a una possibile svolta con l’iscrizione nel registro degli indagati di Enrico Astero, l’ex fidanzato della vittima.

Ci potrebbe essere una svolta nell’inchiesta sulla morte di Manuela Murgia, la sedicenne trovata priva di vita nel canyon di Tuvixeddu, a Cagliari. Secondo quanto riportato, la Procura della Repubblica di Cagliari ha iscritto Enrico Astero nel registro degli indagati, accusato di omicidio volontario.

Il pm ha notificato ad Astero un avviso di accertamenti tecnici riguardanti l’esame dei vestiti trovati 30 anni dopo nell’ex istituto di Medicina legale dell’Università.

Il caso è stato riaperto nel marzo scorso, dopo essere stato archiviato come suicidio. La svolta è arrivata dal ritrovamento di vestiti della ragazza, completamente integri, risalenti a quel periodo, in un magazzino dell’ospedale universitario di Cagliari. Questi vestiti verranno sottoposti ad accertamenti per verificare la presenza di materiale genetico e biologico. Attualmente si trovano nel Racis di Roma per i test.

Per la famiglia di Manuela Murgia lavorerà il consulente Emiliano Giardina, genetista e consulente della Procura di Bergamo.

Il 5 febbraio del 1995, dopo una telefonata anonima alla polizia, un corpo senza vita venne ritrovato all’interno del canyon di Tuvixeddu a Cagliari, la più grande necropoli punica del Mediterraneo. È quello di Manuela Murgia, 16 anni, scomparsa il giorno prima. I vestiti della ragazza suggeriscono che fosse andata a incontrare qualcuno.

Un testimone la vede salire su un’auto blu e allontanarsi da casa. A distanza di 30 anni, quella morte è ancora avvolta nel mistero, con la famiglia che continua a chiedere ulteriori indagini. All’epoca, il decesso fu archiviato come suicidio ma i familiari non hanno mai creduto a questa tesi.

Nel 2024, la famiglia ha presentato un’istanza per la riapertura del caso, ma la richiesta è stata inizialmente respinta. Recentemente, è stata presentata una nuova istanza con una consulenza medica legale che ipotizza che le lesioni sarebbero compatibili con l’impatto con un’auto e che ci sarebbe stata una violenza sessuale prima dell’occultamento del cadavere.

Nei giorni precedenti la morte, la famiglia aveva scoperto che Manuela nascondeva dei soldi e riceveva strane telefonate, causando ansia e paura. Le somme di denaro, notevoli per la sua situazione familiare, erano state trovate nascosti nella plafoniera del bagno.

Questo particolare aveva portato alla riapertura del caso all’epoca, ma non erano stati trovati ulteriori riscontri. Entrambe le inchieste, quella del 1995 e quella del 2012, erano state archiviate.

Dopo 30 anni, nuovi scenari si stanno aprendo. La verità sulla morte di Manuela potrebbe finalmente emergere.


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