Riaperte le indagini sull’omicidio di Fausto e Iaio: foto d’archivio.
Riaperte le indagini sull’omicidio di Fausto e Iaio, i due ragazzi uccisi il 18 marzo del 1978 vicino al centro sociale Leoncavallo, a Milano. La decisione è stata presa dopo la richiesta dei pm milanesi.
La nuova inchiesta si concentra sugli ambienti della destra eversiva, come quella archiviata nel 2000. Tre indagati sono stati riportati alla luce: Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi. È stata acquisita una recente informativa della Digos.
Da cosa riparte l’indagine
La recente indagine riparte dalla rilettura complessiva degli atti dell’inchiesta, rendendo necessari nuovi accertamenti. All’epoca, la pista rilevante era quella dell’estrema destra eversiva romana, che rivendicò l’azione con un volantino. Nell’archiviazione del 2000, era stato sottolineato “significativi elementi” a “carico della destra eversiva e in particolare degli indagati” di allora, restando, però, solo indizi.
La Procura riparte da quei nomi e indizi per fare chiarezza su quanto accaduto la sera del 18 marzo 1978, quando Fausto e Iaio, entrambi di 19 anni e militanti di sinistra, furono uccisi a colpi d’arma da fuoco in via Mancinelli. I nuovi approfondimenti, iniziati circa un anno fa, sono stati complessi a causa della difficoltà nel trovare molti reperti giudiziari dell’epoca: dal “berretto di lana di colore blu intriso di sangue” che non apparteneva ai due militanti, agli otto proiettili per i quali era stata suggerita una “complessiva perizia comparativa” con “i colpi esplosi in episodi simili avvenuti nei mesi precedenti e anche successivi a Roma”.
I famigliari
«È una notizia importante che conferma come sia necessario fare luce su questo tragico duplice omicidio di due ragazzi incolpevoli, se non del loro impegno civile e politico».
I funerali di Fausto e Iaio nel 1978
La Russa
«Sono contento che la magistratura abbia deciso di riaprire le indagini per fare chiarezza e individuare i colpevoli degli omicidi di Fausto e Iaio».
***In aggiornamento