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Pronto il primo magnete per la fusione nucleare italiana.

Il primo magnete che formerà il ‘cuore’ tecnologico del Divertor Tokamak Test (Dtt) è stato presentato a La Spezia, presso la sede di ASG Superconductors. Si prevede la costruzione di altri 17 magneti, ma questo rappresenta un passo significativo per la prima macchina per la fusione nucleare 100% italiana che sarà realizzata presso il centro di ricerche Enea di Frascati. L’obiettivo è dimostrare la capacità di costruire materiali che possano resistere alle condizioni presenti sulla superficie del Sole.

Sfida ad alte temperature

La missione di costruire elementi per l’impianto di fusione che resistano a flussi di calore elevati nasce dalla necessità di trovare soluzioni innovative per estrarre il calore generato nel processo di fusione nucleare. Si sperimenteranno nuove configurazioni magnetiche e materiali avanzati per gestire gli stress termici dei componenti in condizioni critiche.

Il focus è sull’estrazione del calore, cruciale per ottenere energia da fusione nucleare su scala industriale. Al centro del processo c’è il plasma, creato portando un gas di isotopi di idrogeno a temperature elevate. Il calore deve essere estratto dopo aver confinato il plasma nel tokamak e spostato nel divertore. “In questa parte della camera di reazione, il plasma forma uno strato molto sottile, e la temperatura è tale che il carico termico raggiunge decine di megawatt al metro quadro,” evidenzia l’importanza di sviluppare componenti della macchina che possano resistere a condizioni così estreme.

Verso il 2030, pezzo per pezzo

Di fronte alla sfida che attende il Dtt, il magnete presentato oggi rischia di passare inosservato, nonostante la sua altezza di oltre 4 metri, essendo solo una parte della ciambella tokamak. Tuttavia, rappresenta il frutto di una catena di produzione italiana, con eccezione del filo superconduttore importato, evidenziando la presenza di un ecosistema industriale robusto nel settore. Il processo di realizzazione ha comportato numerosi ostacoli, dalla creazione del filo superconduttore fino alla sua lavorazione finale, con passaggi tecnici complessi che testimoniano la capacità di innovazione e adattamento necessari per la produzione di energia nucleare da fusione in Italia.


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