Profitto sui migranti: processo per l’equipaggio della Mare Jonio
Il gup del tribunale di Ragusa ha deciso di rinviare a giudizio gli imputati del caso Mare Jonio con l’accusa di “tratto profitto” dal soccorso a 27 naufraghi. Il rinvio si basa su un’indagine iniziata nel 2020 dopo il trasbordo dei naufraghi dalla nave cargo danese Etienne Maersk alla nave di un’organizzazione non governativa con bandiera italiana. Questa nave ha successivamente sbarcato a Pozzallo, uno dei porti italiani che hanno accolto numerose navi ONG. Due mesi dopo, la società armatrice della Maersk ha versato 125mila euro all’armatrice della Mare Jonio, la Idra Social Shipping, aggravando l’accusa di “tratto profitto dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Uno dei fondatori dell’organizzazione ha dichiarato che non si farà intimidire e che l’obiettivo del processo è chiedere conto a ministri e autorità riguardo all’abbandono di queste persone in mare per 38 giorni. Il processo coinvolge anche il comandante, la legale rappresentante della Idra Social Shipping, il vicepresidente e altri membri dell’equipaggio.
La prima udienza del processo si terrà il 21 ottobre. L’avvocatura di Stato si è unita come parte civile e si attende un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea sull’estensione della “scriminante di solidarietà” per attività di soccorso. Durante le indagini preliminari, sono state effettuate intercettazioni tra gli avvocati difensori e gli assistiti, e si intende sentire i vertici della Maersk per chiarire l’assenza di un accordo economico. Inoltre, saranno ascoltati i naufraghi per raccogliere le loro testimonianze. La difesa sostiene che ci sia stata un’azione intenzionale per penalizzare le operazioni di soccorso.