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Oggi lo abbraccerò. È il primo americano.

Il volto segnato dalla stanchezza e allo stesso tempo emozionato per l’elezione al soglio di Pietro. John Prevost, uno dei due fratelli maggiori del Papa, è arrivato a Roma. Ha lasciato la sua villetta di New Lenox, a 65 chilometri da Chicago, per congratularsi di persona. «Una breve visita» prima dell’insediamento ufficiale, dice mentre entra nella struttura dell’Ordine di Sant’Agostino, dove alloggerà per i prossimi giorni. John, settantunenne ed ex preside di una scuola cattolica, indossa abbigliamento sportivo e gli occhiali del Papa, e somigliano visibilmente. Nonostante il lungo viaggio, non è sgarbato. Si ferma brevemente nell’androne del palazzo: «Ancora non ho visto Robert. Ci incontreremo più tardi. Nei prossimi giorni credo che mangeremo insieme».

John potrebbe rimanere a Roma fino a martedì, ma non esclude la possibilità di prolungare il soggiorno per partecipare alla cerimonia di intronizzazione, che si terrà domenica. Non fornisce troppi dettagli sul viaggio, forse per evitare l’assalto dei cronisti, che non hanno smesso di chiedere notizie su di lui da quando il Papa è stato eletto.

IL RAPPORTO SPECIALE

Un legame speciale, nonostante le distanze. Si sentono spesso al telefono e hanno parlato la sera prima dell’inizio del Conclave e subito dopo l’elezione. Una chiamata «molto breve». Travolti dagli eventi, i due fratelli non hanno ancora avuto un momento per una chiacchierata. John ricorda di essere stato a Chicago, davanti alla televisione, e di aver provato una forte emozione quando ha visto il fratello affacciarsi dalla Loggia. «Sono davvero fiero di lui. Sin da bambini si capiva che sarebbe diventato prete, ma non pensavamo certo Papa».

Per John, c’è una grande emozione e una «grande responsabilità» per il nuovo Pontefice. «È un compito importantissimo, perché è il primo Papa americano. Ha gli occhi del mondo puntati addosso», afferma, riponendo fiducia nelle capacità del fratello. Anche se ora che dovrà guidare la Chiesa, per lui rimarrà sempre il fratello minore. «Cosa gli dirò appena lo vedrò? Farò sicuramente le congratulazioni di persona e dirò che lo vedo stanco».

L’INCONTRO

Il tempo a disposizione è terminato. «Buonanotte». John si congeda per andare a riposarsi nella sua stanza, ma un’ora dopo è di nuovo all’ingresso, accompagnato da un’amica di famiglia. Il settantunenne non è nuovo in Italia; era già stato altre volte, e la prima volta fu proprio con il fratello in tempi di college. Ogni occasione è stata buona per mantenere quel contatto, che lui spera non perderanno mai, nemmeno ora che gli impegni del Papa sono aumentati. Ha in mano una busta, ma non rivela dove si dirige. Che sia un regalo per il fratello?


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