«Nel 2007 gli parlai di Stefania Cappa, non m’ascoltò».
L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia di Chiara Poggi, la ragazza trovata morta il 13 agosto 2007 a Garlasco, ha sempre sostenuto la sua tesi: «Lo Stato ha consegnato la verità ai Poggi, ma oggi non la difende». Ha ribadito la correttezza della condanna di Alberto Stasi, mentre la Procura di Pavia ha indagato Andrea Sempio. Tizzoni ha affermato che non ci sono elementi negli atti che suggeriscano un collegamento tra Stasi e Sempio, e ancor meno con le sorelle Cappa. La verità per Tizzoni e i genitori di Chiara è chiara: Alberto Stasi è l’unico colpevole.
Il nome di Tizzoni è tornato alla ribalta quando un testimone ha rilasciato dichiarazioni inedite al programma Le Iene. L’uomo, pseudonimo “Carlo”, ha raccontato di aver incontrato in ospedale una donna di Tromello, vicina alla nonna delle gemelle Cappa, che sosteneva di aver visto Stefania Cappa agitata il giorno del delitto, intento a entrare nella vecchia casa con un borsone. La donna riferì di aver udito un rumore di un oggetto pesante gettato nel canale vicino, sottolineando che le gemelle non erano mai state viste lì prima.
A chi chiede perché Carlo abbia deciso di parlare dopo quasi 20 anni, lui spiega di aver voluto riportare quanto aveva sentito, ma che gli era stato suggerito di tacere. Si sarebbe rivolto a Tizzoni, il quale gli avrebbe risposto che non era possibile aprire un’altra indagine su un’altra pista, poiché c’era già un’indagine in corso su Stasi. Carlo, quindi, desistette. La signora che avrebbe visto Stefania Cappa è deceduta, ma il testimone ha mantenuto un taccuino con il suo racconto e ha detto che, negli anni, nessuno ha mostrato interesse per le informazioni che aveva da dare.
Tizzoni è un avvocato milanese, diplomato al liceo classico Cairoli di Vigevano nel 1985, laureato in Giurisprudenza a Pavia. Ha lavorato in studi legali dal 1990 al 1997, fondando lo Studio Legale Tizzoni nel 1997. Il suo nome è associato al caso di Chiara Poggi, il cui omicidio, inizialmente risolto con la condanna di Stasi, è tornato alla ribalta nel 2025 a causa di nuovi indizi. Tizzoni e i genitori di Chiara hanno sempre sostenuto la colpevolezza di Stasi, esprimendo incredulità sul fatto che non vennero effettuate indagini più approfondite all’epoca.