Naturale l’impugnazione da parte del governo
Il Governo ha impugnato la Legge regionale sul fine vita, sottolineando la necessità di definire i confini di competenza della Regione in un tema delicato come il suicidio medicalmente assistito. Restano infatti aperti due dubbi importanti: il rispetto del principio di uguaglianza costituzionale e il carattere procedimentale della norma regionale.
Per quanto riguarda il primo aspetto, il rischio che ogni Regione regoli la procedura sul suicidio assistito in modo autonomo può rappresentare un problema per il principio di uguaglianza. Si potrebbe verificare una situazione in cui in una Regione le tempistiche per accedere al suicidio assistito siano più brevi rispetto a quelle di un’altra Regione, che adotta tempistiche più lunghe.
In secondo luogo, non è stato chiarito il motivo per cui la Regione Toscana non abbia adottato un atto amministrativo anziché una Legge, considerando che la questione è di natura complessa. Si sostiene che la competenza in materia di suicidio assistito debba essere di livello nazionale, e che le scelte compiute dalla politica locale possano avere caratteristiche ideologiche e un fine elettoralistico.