Medico 37enne lascia il lavoro: «Ambulatorio un incubo».

Giorgio Diakantonis, 37 anni, ha deciso di lasciare il suo lavoro come medico di base a Imola, dove seguiva 700 pazienti, per tornare a studiare e specializzarsi in Medicina del lavoro. La sua scelta è stata influenzata da un nuovo contratto nazionale pubblicato nel 2024, che ha stravolto le modalità di lavoro per i medici, facendolo sentire insicuro riguardo al futuro della professione.

Definendosi un “figlio d’arte”, Diakantonis ha sempre ammirato il lavoro della madre, una dottoressa di famiglia in pensione, e ha avuto l’opportunità di affiancarla durante i suoi studi. Tuttavia, le condizioni attuali del lavoro nella medicina di base lo hanno portato a riconsiderare il suo futuro. Ha notato che la popolazione sta invecchiando e che ci sono sempre meno professionisti disponibili per assisterla. Dopo il Covid, la richiesta di prestazioni mediche è aumentata, creando una pressione ulteriore sulla professione.

Diakantonis ha dichiarato di non sentire nostalgia per l’ambulatorio o per i suoi pazienti, dato che la situazione era divenuta insostenibile e il ruolo del medico era sempre più sminuito. Anche se alcuni pazienti hanno cercato di convincerlo a rimanere, ha riscontrato che i medici più giovani spesso non hanno la stessa autorevolezza.

La proliferazione di informazioni online ha complicato ulteriormente il rapporto con i pazienti, che spesso si presentano già informati, ma questo non è stato il principale motivo della sua scelta di cambiare. La mancanza di stabilità contrattuale nella professione ha avuto un maggior peso nella sua decisione di optare per un percorso di specializzazione.

Infine, ha riflettuto sul fatto che i giovani medici si sentono esclusi dai processi decisionali che riguardano il loro futuro professionale, lasciando un vuoto che dovranno riempire loro stessi. Attualmente, pochi giovani accettano convenzioni, soprattutto in un contesto in cui i medici di Pronto soccorso affrontano difficoltà ancora maggiori.