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Manifestazione per Gaza e rischio di odio verso Israele.

La manifestazione del 7 giugno a piazza San Giovanni per Gaza, organizzata da Pd, M5s e Avs, non riesce ad allargare il fronte. Quelli che temono una piazza antisionista prendono le distanze. Recentemente, ci sono stati contatti tra Matteo Renzi e Carlo Calenda per organizzare, il giorno prima a Milano, un’iniziativa comune di condanna all’azione del governo israeliano e di sensibilizzazione sui pericoli dell’antisemitismo e contro chi promuove la distruzione dello Stato di Israele.

La piattaforma della manifestazione di Roma è blindata e non tiene conto delle proposte di Sinistra per Israele, che erano totalmente coerenti con le richieste, in particolare la condanna esplicita dell’«antisemitismo anche quando si manifesta nelle forme di ostilità verso i singoli cittadini israeliani».

La chiusura alle proposte è giustificata dalla preoccupazione che riaprire la discussione possa favorire il riproporsi di temi divisivi. Resta la sfida di riempire piazza San Giovanni.

I tre partiti organizzatori sperano che una maggiore affluenza possa ridurre il rischio di provocazioni antisemite, scegliendo di collocare l’evento in una location di grande impatto. Si prevede una partecipazione numerosa, unita nell’invocare la fine dei «massacri e dei crimini» perpetrati dal governo israeliano.

La mozione presentata in Parlamento impegnava il governo a riconoscere lo Stato di Palestina e a promuoverne il riconoscimento da parte dell’UE, tutelando la sicurezza di Israele. Si richiedeva inoltre un cessate il fuoco immediato e la protezione dei civili a Gaza.

C’è l’intenzione di marginalizzare le presenze aggressive pro-Pal, che hanno creato tensioni nei mesi passati. Gli organizzatori temono interventi a margine contro il «genocidio», termine non presente nella piattaforma ma largamente utilizzato negli ultimi tempi. Giuseppe Conte sembra adottare toni estremi, con visibili intenti elettoralistici, puntando a ricevere applausi.

Le preoccupazioni si estendono anche al rischio che alcuni manifestanti possano sovrastare gli organizzatori con slogan provocatori o fischi verso oratori considerati «moderati».

Particolare attenzione è rivolta ai membri del Partito Democratico, che in queste ore hanno intensificato i toni. Recentemente, Peppe Provenzano ha criticato aspramente il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un confronto alla Camera.

Il rischio di una manifestazione con tendenze antisioniste, senza distinzioni tra governo e popolo israeliano, è elevato. È fondamentale mantenere la moderazione e la chiarezza.


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