Malasanità a Palermo: 277 cartelle cliniche falsificate.
«Non staremo fermi e inermi su questa vicenda». Il governatore della Sicilia sta seguendo da vicino il caso delle denunce di presunta malasanità fatte da un medico nei confronti del primario del reparto di chirurgia toracica dell’ospedale Civico di Palermo. Il presidente ha ricevuto una prima informativa dall’assessore alla Sanità, che ha incontrato il medico acquisendo documenti e argomentazioni, insieme a un deputato regionale che ha sollecitato l’invio degli ispettori.
Il medico ha segnalato 277 casi di cartelle cliniche falsificate per ottenere rimborsi maggiorati, ha presentato otto esposti in Procura – alcuni archiviati, altri sotto esame – e ha registrato audio in quel reparto per tre anni, raccogliendo dati su pazienti trattati in modo discutibile. Il caso più grave riguarda una donna di 37 anni, morta per complicazioni dopo un intervento in anestesia totale non necessario; tale registrazione è stata consegnata in Procura di recente.
«Cercheremo di dare una risposta adeguata anche alla qualità del nostro servizio», afferma il governatore. È necessario coniugare rigore, efficienza e volontà di approfondire, evitando semplici interventi. Si intende essere incisivi e verificare le anomalie, talvolta riconducibili a comportamenti individuali. Occorre avere il coraggio e la forza di andare a fondo. L’assessore alla Sanità sottolinea che notizie di questo tipo addolorano e il fenomeno sarà accertato nel più breve tempo possibile.
Un esposto è stato presentato in Procura di Palermo, supportato da un avvocato dell’associazione Codacons. Le segnalazioni, con documentazione e testimonianze, riguardano interventi chirurgici non necessari, diagnosi tardive o errate, manomissioni delle cartelle cliniche e accessi preferenziali alle cure, in violazione delle liste d’attesa. Se confermate, tali condotte costituirebbero una violazione del diritto alla salute e una grave offesa alla dignità dei pazienti.
Il Parlamento regionale potrebbe occuparsi della vicenda. Si prevede di audire il medico e il primario di chirurgia toracica in un apposito incontro.