Mafia a Palermo: mappa dei mandamenti attivi e cooperazione.
Non comanda più con la forza, ma con l’equilibrio. Non punta solo sul terrore, ma sul denaro, sull’influenza, sul consenso. La nuova Cosa nostra è un sistema articolato, senza un capo visibile ma con molti centri di potere. Un’organizzazione che si riorganizza continuamente e continua a influenzare l’economia, il territorio, la politica e perfino il carcere. A Palermo si osservano le trasformazioni più evidenti, ma in tutta la Sicilia la rete mafiosa si adatta, resiste e si rinnova.
Nel capoluogo, i clan non hanno più una guida unitaria ma cooperano in un assetto definito «intermandamentale», frutto della mancanza di una leadership solida. Le famiglie cercano stabilità tra le nuove e le vecchie generazioni attraverso la spartizione delle linee d’indirizzo e la condivisione di scelte operative. È una mafia che media più che comandare, gestendo i propri affari con flessibilità, un nuovo modo di esercitare il potere.
I mandamenti di Porta Nuova, Pagliarelli, Tommaso Natale, Resuttana, Noce e Brancaccio rimangono attivi, senza scontri interni ma con accordi consolidati. Come nell’operazione Porta dei Greci 2, che ha smantellato una rete alla Vucciria: dieci arresti per traffico di stupefacenti di «picciotti» vicini al mandamento di Porta Nuova, senza contestare l’aggravante mafiosa. Un dettaglio che sottolinea il basso profilo con cui oggi Cosa nostra gestisce parte del suo business.