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Madre inviava sms a un amico. Era suo il biglietto?

La sera prima dell’omicidio e la mattina del 13 agosto, il telefono di una donna registra un’intensa attività. Messaggi inviati a un amico ex vigile del fuoco attirano l’attenzione degli investigatori. Si ipotizza che possa aver fornito al figlio un biglietto del parcheggio utile per allontanarlo da un possibile coinvolgimento nel delitto.

La donna invia vari messaggi tra le 9 e le 10 di sera del 12 agosto. La mattina successiva, alle 8:47, spedisce due sms all’ex pompiere. Esce per fare la spesa, e alle 9:09 invia un terzo messaggio. Da quel momento, non ci sono più registrazioni di attività sul suo cellulare. Uno scontrino del parcheggio mostra un timbro delle 10:18 per una sosta di un’ora, e viene riportato che era tornata a casa poco prima delle dieci. Gli investigatori sospettano che possa essere stata lei a prelevare lo scontrino, che è stato trovato dal padre giorni dopo il delitto e conservato dalla madre, prevedendo che il figlio, amico del fratello della vittima e frequentatore della loro casa, potesse essere interrogato sui fatti. Nel 2008, l’indagato consegna lo scontrino ai carabinieri, i quali desiderano chiarire la situazione ascoltando la donna come testimone. È stata convocata lo scorso 28 aprile, ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre l’ex pompiere afferma di non ricordare. Nella mattina del 13 agosto, l’indagato ha contatti telefonici con amici tra le 9:58 e le 12:18. La sua utenza risulta non agganciata a Vigevano, ma attivata da Garlasco, confermando che si trovava in quella località.

Oltre ai dati tecnici, gli investigatori analizzano la personalità dell’indagato. A febbraio, durante una perlustrazione della sua immondizia, sono stati trovati bigliettini accartocciati con scritte in cui si esprimeva di aver “fatto cose brutte” e nei quali ci sarebbero riferimenti al delitto. Questi materiali si aggiungono ai diari recenti sequestrati, nei quali l’indagato aveva anticipato che sarebbero stati trovati anche documenti relativi al caso Garlasco. I manoscritti sono oggetto di analisi, e potrebbero essere sottoposti a un esperto per tracciare un profilo dell’indagato. Gli atti della Procura di Pavia includono una nuova testimonianza di una donna che, all’epoca dell’omicidio, raccolse confidenze da un’altra persona, le quali ora sono state messe per iscritto. Questa persona rivelò di non avere particolare simpatia per la vittima, esprimendo sentimenti di invidia. Riferì che, dopo la morte, alcune affermazioni pubbliche sulla vittima non rispecchiavano la sua opinione personale.


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