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Ritorno della Errequattro “viva la libertà” – News

C’è un’auto che ha avuto un significato speciale. La Renault 4, o Errequattro, era un’amica fedele, sempre pronta a viaggiare, anche quando il serbatoio era quasi vuoto e le strade si facevano accidentate.

Ritorno in versione elettrica

Era l’auto “viva la libertà”: comoda, resistente, accessibile. Ora ritorna, elettrica, per adattarsi al cambiamento. La R4 non è solo un’auto, ma una vera e propria epopea.

Definita “l’auto del popolo”, la sua concezione semplificò la mobilità. Nasce nel 1961, ideata per essere “per tutti, come un paio di blue jeans”. Con uno stile spigoloso ma accogliente, un ampio spazio e costi di gestione ridotti, ha conquistato oltre otto milioni di persone in 28 Paesi. La R4 era un passaporto universale.

La fine nel 1992

Nel 1992, la produzione si fermò a causa di nuove normative e del progresso. La R4, simbolo di libertà e esperienze condivise, divenne un ricordo di chi l’ha utilizzata per viaggi e avventure. Era l’auto che si poteva riparare con pochi attrezzi, appartenente a tutti.

Un’auto che viveva

La R4 era versatile. Usata in rally, raid, e addirittura trasformata in divano, rappresentava un’idea di libertà e semplicità in un mondo sempre più complesso. Oggi, con il suo ritorno elettrico, ci si domanda se manterrà lo stesso spirito. Sarà ancora l’auto di sempre o solo un’operazione nostalgica?

La R4 ha rappresentato una forma di espressione e libertà. Se anche la nuova versione manterrà solo un po’ di quell’anima, ci sarà ancora speranza di una connessione autentica.

Lamento in morte della R4

Signor Renault, ma con quale diritto
lei manda a morte questo essere umano
questa ragazza in forma di meccano
questo ragazzo a ruote, questo guitto
prodigioso, capace di parlare
il finlandese a Tripoli, l’inglese
in Catalogna, l’Italiano a Praga
sporca di neve discendere al mare
sporca di sale andare alle distese
verdi, alla pianura, alla strada?

Reincarnazione dei monaci camminatori
che fecero l’Europa trasportando parole
sorella in spirito dei negri portatori
coi piedi nudi duri come suole
primo esempio di replica industriale
dei mocassini degli indiani Seminole
assemblea permanente, scopatoio epocale
valigia a motore, letto, ospedale
teatro di piazza, vibrazione vitale
rompischiena e raddrizzapaesaggi:
la Renault Quattro, signor “Muoversi oggi”
già si muoveva quando lei era fermo
prima che questo secolo raffermo
dimenticasse ragione e sentimento
che muovono davvero il movimento.

Sapeva di latta, di stoffa, di bulloni
la scatola ingegnosa, risultato
di una sfida tra opposte concezioni
di utilitaria: questa era il quadrato
l’altra, la Due Cavalli, il tondo
le due vecchie filosofe di Francia
che hanno spiegato i chilometri al mondo.
Noi avevamo l’eleganza della Lancia
la potenza dell’Alfa, la Ferrari
altri uragani di vernice e fari
ma nessuno riuscito ad emulare
il genio trasandato dei francesi
la nonchalance di quel caracollare
dentro la terra fatta di paesi.
Signor Renault, spero che al funerale
della Erre Quattro, mentre lei pronuncia
la sua orazione contrita e solidale
accompagnata dalla mesta denuncia
delle implacabili leggi di mercato
si levi dalla tomba la defunta
e con decrepito sforzo scatolato
in fuori-fase, con la marmitta unta
sfili lontano, verso l’orizzonte
lasciando sull’asfalto le sue impronte
intelligenti, sensibili al vento:
le Michelin modello Novecento.


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